Adozione da parte di genitori biologici: perché è tanto difficile?

Caro Direttore,

io e mio marito abbiamo due bambini piccoli, nostri figli biologici. Siamo una famiglia felice e vediamo i nostri bimbi crescere sereni giorno, dopo giorno, per questo vorremmo diventare anche genitori adottivi: per dare una famiglia a un bimbo che aspetta una mamma e un papà, e che noi siamo pronti ad amare proprio come i nostri figli di cui ci prendiamo già cura.

A noi sembra sufficiente questa motivazione, ma leggiamo tante testimonianze di genitori adottivi che hanno dovuto affrontare estenuanti colloqui con psicologi e assistenti sociali, per giustificare le motivazioni che li hanno spinti a desiderare di essere genitori adottivi. Ci chiediamo quali altre motivazioni ci possano essere, oltre a un desiderio di maternità/paternità e al desiderio di dare una famiglia a un bambino abbandonato.

Inoltre, sembra che il cammino dell’adozione sia più difficile per coppie non sterili, che hanno già figli “di pancia”. Ci chiediamo il perché di questa che a noi sembra una discriminazione, innanzitutto nei confronti dei figli adottivi. Come se cercare di adottare, quando puoi avere un figlio nato da te, fosse una pazzia, o addirittura un desiderio di onnipotenza. A noi sembra naturale, per una famiglia felice, desiderare di condividere la propria felicità con un bambino che c’è già e che attende…

Sarà davvero possibile per noi adottare o è solo un miraggio?

Grazie.

Claudia

 

IRENEBERTUZZICara Claudia,

concordo pienamente con lei nel ritenere che una famiglia in cui ci sono già dei figli di pancia sia una risorsa grandissima per un bambino abbandonato, che ha bisogno di amore e di serenità.

L’adozione internazionale era nata proprio così: famiglie con figli biologici si mettevano a disposizione per accogliere bambini abbandonati provenienti da altre parti del mondo.

Ora, però, non è più così. Probabilmente perché la maggior parte dei servizi sociali ritiene che oggi i bambini destinati all’adozione internazionale nei vari paesi stranieri  siano  più “difficili” e abbiano maggiori difficoltà di inserimento.

Molti di loro non sono più piccolissimi, di conseguenza è necessario un grande spirito di adattamento da una parte e dall’altra.

Questo non significa ritenere “pazza”  una famiglia con figli  che vuole/desidera accogliere un bambino fatto da altri.

Spesso le motivazioni addotte dagli operatori dei servizi per scoraggiare le famiglie con figli ad adottare sono relative al fatto che se una famiglia è così bella, serena, accogliente non è opportuno rischiare uno “sconvolgimento” inserendo un bambino adottato. In altre parole: quando si sta troppo bene, inutile correre dei rischi.

E’ bello che lei dica di voler condividere la vostra felicità con altri, che non sanno cosa sia.

Il percorso che volete iniziare sarà lungo e difficile? Se ci credete davvero, non importa; vale la pena di affrontarlo, proprio per poter offrire ad un bambino abbandonato la possibilità di diventare “figlio”.

In bocca al lupo

Irene Bertuzzi

Area adozioni internazionali di Ai.Bi.