Perché è ferma la riforma dell’adozione internazionale?

Buongiorno,

si parla tanto di nuova legge per le adozioni internazionali e di provvedimenti per tutelare i bambini. E poi? Nessuno muove un dito. Basta pensare a milioni di piccoli in Italia, dove l’adozione è diventata un’utopia. Non mi sono mai data una risposta a quanto accade nel nostro Paese. Perché questi piccoli devono crescere nelle case famiglia, quando milioni di mamme e papà non desiderano altro che avere un figlio. Bisogna dare una svolta e pensare di più al bene di questi piccini, invece di parlare senza agire. Le parole se le porta il vento, i fatti contano. Credete che il 2014 possa portare sensibilità e giuste valutazioni a chi nel campo delle adozioni nazionali e internazionali potrebbe fare qualcosa?

Grazie per l’attenzione,

Antonella

 

riccardiCara Antonella,

troppo spesso ci riempiamo la bocca con queste parole: tutela dei minori. Ha perfettamente ragione: e poi?

Certo la situazione dei bambini negli istituti nei paesi poveri del mondo fa soffrire, ma anche in Italia la situazione non è affatto accettabile. L’abbandono non ha diverso peso per il bimbo abbandonato in Senegal o in Italia. La “fame di mamma” è la stessa.

Paradossalmente adottare un bambino attraverso i canali nazionali è diventato quasi impossibile, eppure dai dati pubblicati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, riferiti al dicembre 2010, risulta che circa il 7% dei minori fuori famiglia è adottabile; ma non esistendo una banca dati, a questi bambini non è dato di avere una famiglia perché non si riescono ad incrociare i loro bisogni  con le disponibilità delle famiglie su tutto il territorio nazionale. La legge 149/01 imponeva la costituzione della banca dati dei minori adottabili. Solo nel febbraio 2013 il Ministero della Giustizia l’ha “istituita” ma siamo ancora lontani dal vederla realizzata. Sembra impossibile …

Ma ancor più grave è la situazione di migliaia di bambini imprigionati nel limbo dell’affido sine die. Imprigionati proprio a causa di quella legge 149/01 che prevede il rinnovo illimitato ogni 2 anni dell’affidamento familiare.

Sappiamo bene poi che circa 15.000 minori non sono nemmeno accolti in famiglia, ma crescono in comunità educative.

Quanti di questi bambini, le cui famiglie d’origine non hanno speranza di recuperare le proprie capacità genitoriali, potrebbero tornare ad avere una mamma e un papà veri e per sempre? Ci vuole impegno nel sostenere le famiglie in difficoltà e ci vuole il coraggio di tagliare i legami di sangue quando non possono che danneggiare i minori da tutelare, come il nostro ordinamento prescrive.

Il nostro manifesto politico per la riforma dell’affido familiare, mira proprio a liberare tutti questi piccoli dall’incubo della vita sospesa sapendo che ci sarebbero molti genitori pronti ad accoglierli.

Per Ai.Bi. il 2014 sarà un anno particolarmente impegnativo, perché testardamente ci impegneremo a vedere realizzata l’unica tutela possibile per ogni bambino fuori famiglia nel mondo: la concretizzazione del diritto a crescere nella propria famiglia o in una adottiva qualora nella prima non sia possibile.

Un caro saluto

Cristina Riccardi

Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea