Una mimosa virtuale non cancella l’orrore dagli occhi, ma regala almeno un sorriso

siria donne 350 200E’ rimasta nella sua città, Homs, nonostante l’assedio e la fame. Ma quando Umm Omar ha capito che restare lì significava mettere in pericolo le sue due figlie, ha mollato tutto. E le ha portate in salvo, navigando lungo un fiume rosso di sangue. E’ una delle donne che Roberta Paci, volontaria espatriata di Ai.Bi. in Siria ha incontrato nella città turca di Rayhanli.

«I soldati di Assad arrivano, violentano, stuprano. Un’amica di mia figlia, Asmah, è stata presa dai soldati del Regime mentre era a scuola. Le hanno strappato le unghie perché con lo slancio dei suoi 15 anni aveva scritto hurra (libertà, ndr ) sulla lavagna».

Umm Omar ha una quarantina d’anni, una bella silhouette avvolta in stracci neri, e il volto gentile. Racconta l’orrore mantenendo un continuo contatto visivo con la figlia 15enne che annuisce in silenzio, mentre richiama alla mente immagini che forse mai potrà dimenticare. La nuova casa a Rayhanli è diventata il rifugio anche per la nuora e i due nipotini, di un anno e mezzo e due mesi appena. Portare in salvo anche lei ha comportato un secondo viaggio, nelle acque tinte del massacro di tanti siriani. Ma non c’era altra possibilità che attaccarsi alla vita e rischiare il viaggio nel buio della notte.

Un’odissea simile a quella di tante altre donne.  Come Suad, che di anni ne ha non più di trenta. E’ madre di quattro figli e arriva dalla periferia di Idlib. Dove da troppo tempo la quotidianità è diventata il sibilo degli aerei, le bombe, la fame. Ma com’era la vita in Siria prima della guerra? «C’era tutto, non avevamo fame e poi stavamo sempre insieme,visitavo i miei parenti, sapevo dov’erano e cosa facevano, ora non so più nulla di loro». Suad, che per tutto il tempo dell’intervista, ha descritto apparentemente senza emozioni il suo recente passato, cede alle lacrime quando ricorda i suoi giorni felici. E’ la persona che accompagna la volontaria espatriata in Siria che aggiunge una didascalia alle sue lacrime: «Suo figlio è stato arrestato un anno fa dall’esercito di Assad, da allora lei non ha avuto più sue notizie, aveva 18 anni».

A Umm Omar, Suad e alle altre donne siriane è dedicata la Festa della donna 2014 di Amici dei Bambini. Una mimosa virtuale può dare un aiuto concreto ad alcune di loro.

Il progetto Bambini in alto mare – Emergenza Siria – prevede diversi tipi di donazione:

  • 15 euro garantisce quattro scatole di latte in polvere per una donna siriana;
  • 30 euro consentono l’acquisto di stoffe di vario genere per confezionare vestiti destinati a 50 donne siriane;
  • 50 euro regalano ad una vedova siriana un sostentamento di un mese attraverso una cesta basica
  • 100 euro bastano per organizzare un mini-corso di cucito per dieci donne siriane, per offrire loro una prospettiva di lavoro.

Per maggiori informazioni, visita la pagina dedicata.