Tribunali o Servizi sociali? Né l’uno né l’altro: sull’idoneità bisognerebbe ripensare tutto il sistema

Buongiorno,

ho letto l’articolo ‘Idoneità ai Tribunali dei Minorenni? Il 78% dice no’. Scusate ma personalmente non sono d’accordo né con l’una né con l’altra posizione.
Premetto che siamo in fase di avvicinamento ad una minore grandicella con ritardo mentale.
La relazione dell’equipe è a dir poco approssimativa, se non infangante (eravamo una famiglia affidataria con affidi in atto) e contraddittoria. Per nostra fortuna ben 3 Tribunali diversi non ne hanno tenuto conto.
Penso che lo studio di coppia così com’è strutturato non sia rispondente e reale sulla condizione della coppia come pure un colloquio di un’ora con i giudici.
Forse andrebbe ripensato completamente il percorso.

Ileana

 

giudiceCara Ileana,

ha centrato con molto acume il problema. La valutazione della coppia fa acqua da tutte le parti.  Per questo Amici dei Bambini ritiene fondamentale che siano gli enti a prendersi in carico gli aspiranti genitori, che a nostro parere vanno considerati una risorsa e quindi non vanno esaminati, ma accompagnati in un processo di formazione. Perché non tutti hanno la fortuna di avere alle spalle esperienze di accoglienza come lei. L’attuale sistema fa sì che la valutazione affidata ai servizi sociali e al Tribunale per i Minorenni è più che altro un ‘verdetto’ che pretende di fissare unilateralmente l’idoneità della coppia. Zero formazione, zero preparazione. E’ questo uno dei principali vulnus dell’attuale normativa. Ai.Bi. sostiene la necessità che siano gli enti a prendere in carico gli aspiranti genitori, per accompagnarli nel percorso verso la scoperta della propria genitorialità. Alla fine, una Commissione potrà valutare il percorso realizzato dalla coppia. In fatto di decreti d’idoneità, lei propone di pensare a una soluzione terza che non riduca la questione a una scelta secca di lasciare la competenza ai Tribunali o trasferirla ai servizi sociali. Va in tale direzione la proposta di istituire Commissioni regionali per le adozioni. L’idea è stata lanciata da Anna Maria Colella, direttrice dell’ Arai (Agenzia regionale per le adozioni del Piemonte). L’ipotesi è quella di eliminare il ruolo dei giudici, riconoscendo maggiori responsabilità alle Regioni e ai servizi sociali. Vale a dire che di norma sarebbero le Commissioni regionali a valutare l’idoneità delle coppie, le quali potranno comunque rivolgersi alla magistratura minorile per opporsi a una eventuale non idoneità. L’auspicio è che questa proposta sia proprio quello a cui Lei stessa aveva pensato.

Carissimi saluti

Ufficio Diritti di Ai.Bi.