Famiglia, come te non c’è nessuno

 famiglia200Mi fido di te. Più di tutti. Sei adolescenti su dieci si fidano dei genitori più che degli amici, degli insegnanti, dell’allenatore di calcio, del parroco o, addirittura, dell’amico virtuale conosciuto su Facebook. A sorpresa gli adolescenti italiani vedono nella famiglia maggiori opportunità di dialogo e di ascolto, e un ragazzino su tre vorrebbe anzi trascorrere più tempo con i genitori. Parola di Doxa, che ha svolto un’indagine che sarà presentata il 10 aprile in Parlamento durante l’annuale relazione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora. Seicento interviste ad altrettanti ragazzini tra i 14 e i 17 anni ci restituiscono una fotografia di giovanissimi diversa da quella distorta dalla lente d’ingrandimento dei fatti di cronaca.

L’ennesima conferma, semmai ce ne fosse bisogno, del fatto che come una famiglia, c’è solo la famiglia. Che dire allora dei quasi 30mila minori fuori famiglia” in Italia? Tra questi, ben 1900 potrebbero essere adottati, ma non lo sono. Così sono costretti  vivere in istituti che della famiglia hanno ben poco, le cosiddette comunità educative.

Amici dei Bambini ha chiesto la chiusura delle comunità educative perché sono fuorilegge. L’articolo 2 della legge 149, comma  4, recita testualmente: “Il ricovero in istituto deve essere superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia”. E cosa c’è di analogo a una famiglia, se non un’altra famiglia?

E’ di questi giorni la storia della piccola Gaia, 5 mesi, finita in comunità educativa, in barba alla legge, al buonsenso e alla giusta accoglienza. La sua storia possa essere di buon auspicio, perché a tutti sia garantito il diritto di essere figlio, nell’accoglienza che solo una famiglia può donare.