Bolivia, sono 20mila i minori abbandonati dai genitori

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Abbandono e lavoro minorile: due fenomeni che in Bolivia vanno tristemente a braccetto e mostrano ancora numeri drammatici. Secondo un rapporto pubblicato dall’Unicef, nel Paese sudamericano attualmente vivrebbero 20mila bambini e adolescenti totalmente abbandonati dalle proprie famiglie, mentre il numero dei minori sfruttati nel lavoro sarebbe addirittura di 800mila.

A questi dati va aggiunto quello diffuso recentemente dall’associazione Educacion Radiofonica de Bolivia (Erbol). Secondo questa rete di radio e istituzioni popolari di ispirazione cristiana, il 70% dei bambini boliviani subirebbe atti di violenza di vario genere.

La maggior parte dei 20mila minori abbandonati è ospitata nei centri di accoglienza familiare. Sedici di questi sono gestiti direttamente dal Servicio Departamental de Gestion Social (Sedeges) che accoglie bambini e adolescenti abbandonati, orfani o che hanno subito maltrattamenti fisici e psicologici. I casi di abbandono più frequenti – rivela la direttrice del Sedeges Cristina Rojas Carita – riguardano i bambini affetti da disabilità che vengono ospitati in luoghi specifici dove possano ricevere cure migliori.

Molti minori, inoltre, si trovano in situazione di abbandono perché i genitori sono costretti a spostarsi a causa della disastrosa situazione economica. Proprio alla luce dell’estrema indigenza, il numero di minori boliviani impiegati per aiutare economicamente le loro famiglie ha raggiunto la cifra record di 800mila persone. Soprattutto nelle aree rurali i bambini sono obbligati ad abbandonare la scuola e a contribuire al sostentamento familiare. I maschi vengono impiegati nei campi, dove si occupano di estirpare le erbacce, raccogliere i prodotti, curare gli animali. Le femmine restano invece prevalentemente a casa, dove accudiscono i fratelli più piccoli, preparano i pasti e puliscono la casa. Ma non mancano centinaia di minori che lavorano nelle discariche o che si riversano nelle aree urbane, dove vengono impiegati come lucidascarpe o “strilloni” per la vendita dei giornali.

“Il lavoro minorile – afferma Edson Beymar, direttore di Global Humanitaria Bolivia – è un fenomeno che la società boliviana ha ormai assunto come qualcosa di naturale: per le famiglie è una cosa normale e un dovere.

Per cercare di combattere ogni forma di abuso su bambini e adolescenti, il Sedeges e l’Unicef hanno recentemente varato la campagna “Vivo mi ninez y adolescencia con buen trato”, al fine di rendere la popolazione consapevole dell’urgenza di eliminare qualsiasi tipo di violenza contro la fascia più vulnerabile della società boliviana.

 

Fonti: Fides, Global Humanitaria