Colombia. L’attesa infinita: i bambini che diventano adulti senza mai essere figli

bambini_colombia 200In Colombia ci sono più di centomila bambini sotto la protezione dell’Autorità centrale, l’Istituto Colombiano del Benessere Familiare (ICBF). Tra loro 8.105 hanno caratteristiche particolari che impediscono loro di trovare una famiglia.

Per loro trovare una famiglia sarebbe quasi un miracolo. Si tratta di bambini che appartengono a un gruppo di fratelli, o hanno più di otto anni, oppure sono portatori di disabilità o patologie.

La maggior parte delle famiglie adottive colombiane desiderano bambini “sani”. L’ unica speranza per i cosiddetti ‘special need’ è essere adottati all’estero. Negli ultimi cinque anni 11.114 minori sono stati adottati a livello nazionale. Ma nel 2012 e nel 2013 le adozioni nazionali sono diminuite rispettivamente del 46 e 50% rispetto al 2011.

Nello stesso lasso di tempo, 6.563 sono le famiglie straniere che hanno adottato bimbi colombiani. Italia, Stati Uniti, Francia, Spagna e Germania sono i principali Paesi di destinazione.

A Bogotá operano la maggior parte delle istituzioni autorizzate a operare nel settore dell’adozione, i cosiddetti IAPAS. Nella capitale risiede il 19,6% dei bambini abbandonati dell’intero Paese sudamericano. Tutti i bambini, abbandonati per lo più in luoghi pubblici (ospedali, strade e parchi) vengono accolti nel Centro Zonale, per poi essere inseriti in una famiglia o in istituto.

Prima di dichiararli adottabili, si cerca di risalire ai loro familiari. Talvolta la ricerca permette il rientro del bimbo nel nucleo familiare, ma nella maggioranza dei casi le ricerche anagrafiche si concludono con la dichiarazione di adottabilità. Per legge le indagini non dovrebbero superare i sei mesi. Ma quasi sempre la tempistica sale. Ci sono bambini che restano fino a dieci anni d’età sotto la tutela statale.

Lorena Vargas, portavoce della Fondazione Casa Madre e il Bambino, lega il ritardo nella definizione dello status dei bambini alla scarsa presenza di personale. “E’ umanamente impossibile avere un sistema diligente, potendo contare su così pochi difensori. Ce ne sono alcuni che hanno in carico fino a 300 minori. Nonostante le promesse, l’ICBF non aumenta il personale per questione di costi. Come se tenere i bimbi sotto la tutela dello Stato sia meno costoso!” ha detto Vargas.

Gonzalo Gutiérrez, rappresentante legale del Centro per il Child Care Rebate, un altro IAPAS, affronta un altro aspetto: “Ci sono circa 1.300 difensori della famiglia. Di essi sono uno su dieci crede nell’adozione quale soluzione che ripristina i diritti dei bambini“.