Siria. Due bambini lo chiamano: Neymar risponde

bambinisiriani200Dal nostro inviato (Luigi Mariani) – Mentre la Coppa del Mondo è in pieno svolgimento, dal Brasile giunge una storia che ha permesso, per un attimo, di incrinare il muro mediatico creato attorno alla competizione sportiva e di aprire uno spiraglio sul dramma della guerra in Siria.

È la vicenda di due piccoli rifugiati siriani che ora vivono a Brasilia, i quali, dopo aver fatto la “posta” a uno dei loro idoli calcistici, Neymar da Silva Santos, sono riusciti caparbiamente a ottenere da lui un videomessaggio di vicinanza e solidarietà. Un gesto con il quale il numero 10 della nazionale brasiliana ha dimostrato di essere un “campione” anche fuori dal campo. Jumar, 7 anni, e Limar, 10, sono due bambini che, come milioni di altri, hanno conosciuto l’orrore della guerra in Siria e sono stati costretti a fuggire con la propria famiglia.

La semplicità con la quale rispondono a chi chiede loro la ragione della fuga è disarmante, pur nella sua drammaticità: «C’era una grande guerra, con bombe e missili dappertutto», dicono. Sono i figli di un artista siriano di Damasco, Riad, che prima della guerra, insieme al fratello Fahed, realizzava bambole in resina e argilla per il teatro e gli show televisivi. A seguito del ferimento del nipote e dopo che alcune bombe sono esplose nelle vicinanze del loro laboratorio, un anno fa Riad ha deciso di chiudere l’attività e migrare in Brasile, dove tuttora lavora nel settore, sempre insieme al fratello.

Il Brasile, al momento, è l’unico paese delle Americhe che concede visti umanitari ai profughi siriani. Qualche giorno fa, Jumar e Limar si sono dunque appostati fuori dall’hotel dove risiede la nazionale brasiliana, con l’intenzione di fermare Neymar e chiedergli di mandare un messaggio di pace e speranza a tutti i rifugiati siriani. Non vedendolo arrivare, si sono rivolti a un giornalista locale, che ha subito contattato il portavoce della squadra, raccontandogli la loro storia.

Nel giro di mezz’ora, il giocatore aveva registrato sul proprio telefono il messaggio per i due bambini: «Cari Jumar e Limar, spero che avrete qui in Brasile la pace che cercate e che vi troverete bene in questo paese. Siete i benvenuti!» La storia ha fatto presto il giro delle redazioni, fino ad approdare in televisione, dove i due bambini, ospiti di una trasmissione locale, hanno potuto raccontare la loro avventura, suscitando grande simpatia e tenerezza nel pubblico.

Unendo la loro genuina passione per il calcio con l’attaccamento alla propria terra, questi due piccoli campioni di “coraggio” sono riusciti – per un attimo – a riportare l’attenzione di milioni di brasiliani sul dramma siriano, oscurato dal Mondiale, e su tanti loro coetanei, a cui la guerra ora nega persino il diritto di giocare, tifare e imitare i propri idoli sportivi.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare. Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.