Il piccolo Puyol siriano che dice “no” alla guerra con il calcio

PUYOLUna bella storia di simpatia e speranza è merce rara nella Siria di oggi, insanguinata da più di 3 anni di guerra civile. Eppure qualcuna ne arriva ancora e per protagonista non può che avere un bambino.

Zain ha quasi 5 anni, vive a Damasco, nel quartiere di Qaboun, e per sconfiggere la paura della guerra ha scelto un metodo molto semplice: tirare calci a un pallone. Il calcio, per Zain, non è solo una passione: dai suoi movimenti e dal suo modo di giocare emerge un talento paragonabile a quello di bambini più grandi di lui. Ma c’è un altro aspetto che avvicina ancora di più il piccolo siriano al mondo del grande calcio e per capirlo basta guardare una sua foto. I lunghi capelli biondi e ricci e le fattezze del viso lo rendono il sosia in miniatura di Carles Puyol, un ex calciatore spagnolo, storico capitano del Barcelona.

“Il Carles Puyol di Qaboun” – questo il soprannome che Zain si è meritato grazie alle sue gesta calcistiche e alla sua somiglianza con l’ex difensore blaugrana – si è ricavato il suo piccolo spazio di notorietà sul web proprio in concomitanza con i Mondiali di calcio brasiliani.

La pagina Facebook “Lens of young Dimashqi” ha infatti pubblicato le sue foto che nel giro di poco tempo hanno fatto il giro del mondo. Tra i primi a notarle i giornalisti della testata “Zaman Al Wasl” che hanno cercato di saperne di più.

Ne è emerso il ritratto di un bambino normale, ma eroico nel suo piccolo, che ha scelto di sfidare le bombe nel modo che gli riesce meglio: uscendo per strada a giocare a calcio. Lo fa con i suoi amici nei viali del suo quartiere o in altre zone di Damasco. Non si mai iscritto a una vera scuola calcio e davanti alle telecamere che provano a filmarlo, tende a sfuggire, intento solo a giocare.PUYOL VERO

Zain è così divenuto un simbolo del coraggio dei bambini che affrontano la paura della guerra. Come lui, ce ne sono molti altri, alcuni dei quali ritratti nelle immagini che gli attivisti hanno pubblicato sul web sotto l’hashtag “Syria in Brazil”. Tra queste foto, quella di una bambina che racconta: “Io sono siriana e amo il calcio, ma quest’anno non posso vedere la Coppa del Mondo, perché devo scappare dai crimini del regime e vivere nelle tende. E ancora, sotto la foto di un altro bambino, ecco un commento che dice: “Mio padre ama il calcio e giocava con me. Io accanto a lui guardavo le partite della sua squadra preferita. Ma questa volta sono solo perché mio padre è detenuto da più di un anno nelle prigioni del regime”.

In più di 3 anni, la guerra ha privato i bambini siriani dei loro giochi preferiti: su tutti il calcio, che erano soliti praticare nei club, per strada, nelle scuole o nei parchi. Ma non tutti i bambini si sono rassegnati. Qualcuno resiste e, come Zain, con il loro talento e la loro voglia di giocare, continuano a dire “no” alla guerra.

Se il vero Puyol conoscesse questa storia siamo certi che si commuoverebbe. Anche se forse avrebbe un piccolo cruccio: il sosia dell’ex capitano del Barcelona tifa per il Real Madrid!

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare. Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonte: Zaman Al Wasl