La storia di Fabio: uscire dal carcere grazie ad un Sostegno a Distanza

sadFabio è un detenuto del carcere di Lodi, che fino a poco tempo fa non aveva mai sentito parlare diffusamente di adozione e sostegno a distanza. Ma grazie ai volontari del penitenziario ha potuto conoscere questa splendida realtà e ora, insieme ad altri detenuti, sogna di poter aiutare un bambino in difficoltà con un piccolo contributo che dimostra come il SaD sia davvero alla portata di tutti. È stato lo stesso Fabio a raccontare la sua esperienza al quotidiano lodigiano “il Cittadino”: di seguito riportiamo integralmente il suo articolo. 

All’interno dell’istituto stiamo frequentando un corso di educazione alla relazione, dove si affrontano argomenti molti interessanti. Tre incontri sono stati dedicati a un tema delicato come quello delle adozioni, un mondo sconosciuto, almeno per me, in quanto non ne ho mai discusso con nessuno e quindi sono totalmente ignorante in materia. Quello che mi ha colpito molto è il principio fondamentale dell’adozione che si basa sul bisogno e l’esigenza del bambino di essere adottato, e quindi avere una famiglia, e non il contrario. Pertanto è la coppia di aspiranti genitori che, per avere in adozione un bambino, deve superare diversi test per ottenere l’idoneità. Un processo, quello delle adozioni, che si sviluppa in tempi molto lunghi. Nei casi di adozioni internazionali i tempi sono più brevi ma l’iter comporta non poche spese.

Un’altra cosa che mi è rimasta impressa è la possibilità di fare adozioni a distanza. Una volontaria ci ha parlato di questo argomento, raccontandoci la sua esperienza: da diversi anni ha in adozione a distanza due bambine, una filippina e una brasiliana. Non le ha mai incontrate personalmente, ma ci ha mostrato le loro fotografie, ci ha letto con commozione le loro letterine.

L’argomento mi ha affascinato e toccato nel profondo. Quando ci ha detto che bastano 250 – 300 euro l’anno per fare un’opera così bella e meritoria, che rende felice e dà sicurezza a un bambino consentendogli per esempio di proseguire gli studi, io e altri detenuti abbiamo chiesto come si potesse fare per adottare un bambino a distanza.

Spontaneamente ci siamo trovati quasi tutti d’accordo nel dare questa possibilità a un bambino in difficoltà. La reazione dei volontari è stata entusiastica e si sono impegnati a parlarne con la Direzione. Speriamo che questo progetto possa realizzarsi, le nostre speranze sono tante. È un gesto che ci fa stare bene con noi stessi, e per questo ringraziamo i volontari del corso di educazione alla relazione per averci fatto conoscere un mondo sconosciuto e averci dato l’idea di poter fare qualcosa di buono per gli altri.

 

La storia di Fabio dimostra come il Sostegno a Distanza possa donare la felicità sia a chi dona il suo contributo che a quei bambini che, grazie a esso, tornano a sentirsi amati, mettendosi alle spalle un passato di povertà e di abbandono. Se anche tu vuoi donare un sorriso a un bambino in difficoltà attraverso un piccolo gesto di solidarietà, attiva anche tu un Sostegno a Distanza per i progetti di Amici dei Bambini.