Bimbo dislessico bocciato. Ma il Tar lo promuove

1dislessia200Un bambino come tutti gli altri ma non trattato come tutti gli altri. Anzi ostacolato dalla scuola che non mettendogli a disposizione strumenti ad hoc non gli ha permesso di fatto di gestire e superare la dislessia. Dandogli anche il colpo di grazie finale: bocciandolo. Ma per fortuna che a proteggerlo dalle ingiustizie sociali ci sono i genitori che consapevoli dei diritti del figlio hanno intrapreso una vera e propria lotta nelle aule di tribunale. Lorenzo, infatti, in quanto dislessico avrebbe dovuto avere messo a disposizione dalla scuola gli strumenti compensativi e le misure dispensative: durante tutto l’anno, non ha, invece, potuto avvalersi di alcun software per la facilitazione della “letto scrittura”, e di null’altro di quanto previsto nella Legge 170/2010, ivi compresa una valutazione adeguata alla sua situazione  (come sancito dalla normativa vigente).

I genitori, giustamente agguerriti, conoscono i diritti dei loro figli e agiscono di conseguenza. Il TAR dà loro ragione. Lorenzo (che frequentava il terzo anno della scuola secondaria superiore, indirizzo Elettronica)  è stato, così, promosso a settembre, superando i 5 debiti che gli erano stati assegnati a fine anno. Il Tribunale ha riconosciuto la mancata applicazione della normativa da parte dell’Istituzione scolastica annullando la bocciatura: la valutazione del percorso di studio seguito da Lorenzo è stata fatta secondo i criteri stabiliti dalla legge. Lo studente bocciato dalla scuola è stato rimandato a settembre con cinque debiti, brillantemente superati. Grazie ad una grande forza di volontà e sicuro delle proprie capacità, Lorenzo – aiutato in questo anche dalla Sezione AID di Monza-Brianza – ha saputo recuperare tutti i debiti assegnati conseguendo l’agognata e meritata promozione. La Legge 170/2010 ed il Decreto attuativo n. 5669 del 2011 obbligano di fatto le Istituzioni scolastiche a garantire agli alunni ed agli studenti dislessici le risorse per lo studio: l’art.5 della L.170 prevede l’adozione di una didattica individualizzata e personalizzata che tenga conto della peculiarità dei soggetti, garantendo inoltre adeguate forme di verifica e valutazione anche per quanto concerne gli esami di Stato.

L’Associazione Italiana Dislessia sottolinea come “una volta di più, la scuola non sia messa in grado di funzionare – dice – se non con il continuo e pressante controllo esterno, mettendo spesso in gravi difficoltà le famiglie stesse. Il ricorso al TAR, che dovrebbe essere destinato a questioni non altrimenti risolvibili, e soprattutto non già garantite dai legislatori, sta diventando quasi una prassi consolidata per le famiglie di bambini con DSA che vogliano vedersi riconosciuti i propri diritti”. “Ciò comporta un onere non solo economico per i genitori coinvolti: infatti, oltre a rappresentare un iniziale esborso finanziario che non tutti possono permettersi, essere costretti a ricorrere in giudizio è un carico psicologico non indifferente per chi – come il genitore di un alunno dislessico – non trova risposte proprio in quelle Istituzioni che dovrebbero tutelare bambini e famiglie, collaborando con queste, anziché rinunciare al dialogo e abdicare al proprio ruolo”.

 

Fonte (Altoadige.it)