Il Ministro Lorenzin detta le regole: “Stessi occhi e pelle dei genitori”

cloniIn una celebre scena del film “La vita è bella”, Benigni improvvisatosi Ispettore di Roma deve spiegare ai bambini di una scuola elementare toscana il “Manifesto della razza ariana”  firmato dai più illuminati scienziati italiani. Balza così sui banchi e inizia la sua “lectio magistralis” mettendo in mostra ai bambini che lo guardano attoniti  “..la perfezione dell’orecchio ariano…padiglione auricolare sinistro con campanula pendente finale…” e ancora  “…il ginocchio…la piegatura della gamba ariana con movimento circolare del piede italico…lo stinco romano…” per poi esplodere nel famoso inno all’ombelico italiano… con “guardate che robaaa..”.

Dal film sono passati 17 anni e dagli anni del Fascismo e del Manifesto della razza ariana qualcuno in più, ma sembra che per gli scienziati (i consulenti esperti della Guida sulla Eterologa) il tempo si sia fermato.

Anzi no, hanno fatto un vertiginoso salto in avanti: loro vivono nell’epoca futuristica dove non ci sono più uomini, con i loro difetti e meravigliosa molteplicità di aspetti e caratteristiche, ma robot “perfetti”, costruiti a tavolino o meglio: dei perfetti cloni in laboratorio. Perché la novità del Dossier consegnato al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è che i genitori “acquirenti” possono scegliere tutto del bambino/gamete che vanno a comprare: colore degli occhi, dei capelli, della pelle, tratti somatici e persino gruppo sanguigno. Secondo un personale e soggettivo concetto di perfezione. Hitler ne sarebbe orgoglioso.

I consulenti del Ministro si “giustificano” dicendo che è per il bene del bambino: per la sua integrazione con il nucleo familiare, con la società nel quale si ritroverà a vivere. Insomma più assomiglierà ai finti genitori meglio sarà per lui e per i genitori stessi. Ai quali così si risparmia la fatica di spiegare la bellezza della diversità.

Il Centro per la procreazione assistita scelto da una coppia, deve perciò garantire la compatibilità, tra il neonato e i genitori che lo alleveranno. E’ questo uno tra i principi più saldi delle Società scientifiche impegnate nel settore della procreazione assistita. Il voluminoso documento che traccia le Linee guida sull’eterologa messo a punto dagli esperti, è già stato consegnato al ministero della Salute. E la cosa grave è che «Non c’è bisogno di un decreto legge – dicono gli scienziati che hanno preso parte al tavolo tecnico convocato dal Ministero – queste proposte sono finalizzate esclusivamente ad aggiornare la normativa sulla Procreazione assistita». Capitoli aperti e discussioni ancora aspre; dubbi e dettagli di una pratica comunque destinata a decollare.

Ma come mettere in pratica tutto ciò? Insomma quali sono le istruzioni per costruire il proprio bambolotto? Il proprio giocattolino? Gli studiosi hanno già presentato la soluzione: «Tra il pool di donatori disponibili, i medici sceglieranno quelli con caratteristiche somatiche e di gruppo sanguigno il più omogenee possibili con quelle della coppia ricevente». Un orientamento già accettato in tutti quei Paesi in cui la fecondazione assistita è concessa. Donatore anonimo ma «occhi blu come la mamma»: che quel bambino non è esattamente il figlio dei suoi genitori potrebbe così restare per sempre un segreto. Anche per il piccolo stesso.

Un principio che “naturalmente” deve essere valido pure nel caso in cui una coppia sia composta da persone di colore. «In un contesto di globalizzazione come quello attuale in Italia – dice Elisabetta Coccia, presidente di Cecos, l’associazione che raggruppa i maggiori Centri italiani privati e convenzionati di fecondazione assistita – è doveroso garantire il principio della compatibilità anche alle coppie appartenenti ad altre etnie e residenti nel nostro Paese». Una possibilità che tra l’altro, potrebbe aprire le porte alla rete internazionale delle banche per la donazione dei gameti. Le Linee guida che genetisti e biologi hanno appena presentato al ministro Beatrice Lorenzin, sono ancora tutta da esaminare, valutare, approvare. Ma come sempre, la discussione e gli interrogativi sull’eterologa restano discordanti. Così, adesso il dibattito si accende anche sui pericoli della manipolazione genetica a scopi selettivi.

Fonte (Il Mattino)