L’imprenditrice: “Mi hanno illuminato le parole del Papa a Lampedusa. Da allora è la mia missione di vita”

phoenix“La cultura del benessere che ci porta  a pensare a noi stessi e ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone che sono belle ma sono nulla, illusioni del futile e del provvisorio che porta all’indifferenza verso gli altri. Anzi porta alla globalizzazione dell’ indifferenza”  Così parlava un anno Papa Francesco un anno fa a Lampedusa arrivando dritto al cuore di Regina Catrambone e di suo marito che in una sera d’estate come tante hanno capito che in quel momento la loro vita si arricchiva di una missione: aiutare i migranti che affrontano i viaggi della speranza.

Come? Andando letteralmente loro incontro con una nave per il primo soccorso dei migranti in balia del Mediterraneo. La missione si chiama “MOAS”, Migrant Offshore Aid Station e la nave Phoenix 1 fornirà loro assistenza, cibo, acqua, coperte, medicinali, insomma affiancherà le navi di Mare Nostrum impegnate nelle quotidiane operazioni di soccorso.

L’idea di finanziare una nave per il primo soccorso dei migranti in balia del Mediterraneo gliel’ha data quindi Papa Francesco. L’imprenditrice Catrambone, di origini italiani ma da sette anni residente a Malta, racconta di aver semplicemente risposto all’appello lanciato dal Pontefice in visita all’isola di Lampedusa, l’8 luglio di un anno fa.

“Guardando dritto nella telecamera – racconta l’imprenditrice – diceva che tutti quelli che hanno la possibilità di aiutare i migranti dovevano farlo”.  Così con il marito,  lo statunitense Christofer, ha creato la Moas: la coppia, attiva nel campo delle assicurazioni, ha acquistato in Virginia la Phoenix, poi ribattezzata Phoenix 1, un’imbarcazione di 43 metri ora attrezzata con droni  (due aerei senza piloti che hanno non solo la caratteristica di potersi muovere liberamente e a velocità sostenuta rispetto a qualsiasi nave ma soprattutto la possibilità di individuare le carrette del mare che trasportano di tutto) e personale specializzato per poter intercettare i barconi.

Le parole del Santo Padre sono state il motore – continua Catrambone – e il cuore della nostra iniziativa. La missione prenderà il via a metà agosto”. A bordo della Phoenix 1 ci sarà un gruppo internazionale composto da medici, operatori marittimiparamedici e persino una filmmaker che riprenderà le operazioni di salvataggio. Massimo riserbo per il momento sull’investimento affrontato da Regina e Christofer: si parla genericamente di “milioni di euro” per l’acquisto e l’adattamento dell’imbarcazione ma la cifra non è né confermata né dettagliata. Di sicuro però, i due filantropi italo-statunitensi pensano di coinvolgere sostenitori attraverso la Rete. Regina spiega che presto la Moas sarà sostenuta attraverso il crowdfunding: “Chiedere dei soldi prima avrebbe significato perdere troppo tempo e la sensazione è che sia già troppo tardi”.

L’imprenditrice ribadisce che “ci limiteremo ad affiancare i soccorritori ufficiali e faremo da trait-d’union dinamico con i centri di salvataggio per non intralciare le operazioni di Mare Nostrum. Nel caso i droni dovessero scorgere barconi di immigrati si mandano le immagini o a Roma o a Malta (a seconda dell’area di competenza) e saranno loro a intervenire. Noi ci limiteremo ad essere una sorta di ambulanza del mare”

Fonte (La Stampa)