Russia. Da una vacanza ad un’adozione il passo è fatto: cosi Leo diventa il tremillesimo bambino adottato con Ai.Bi.

compleanno

E’ stato un compleanno davvero speciale quello che Leo ha festeggiato il 19 agosto. Il dodicesimo della sua vita ma il primo in Italia con la sua nuova famiglia. Quella che anno dopo anno ha imparato a conoscere e ad amare durante quei 3 mesi estivi nel corso dei quali, lui bimbo russo, proveniente dalla lontana Kaluga, veniva accolto per i cosiddetti “viaggi terapeutici”.

Pochi mesi che si sono ripetuti per 3 anni, dal 2011 ad oggi: ma ora Leo non deve tornare in orfanotrofio, in Russia. Leo è stato adottato lo scorso 23 luglio e questo rende il suo dodicesimo compleanno davvero speciale. Rimane a Bari con la sua mamma e il suo papà adottivi Giuseppe e Grazia Sciscioli.

Un giorno importante che rimarrà impresso nel cuore di Leo e in quello di Ai.Bi, Amici dei Bambini. Leo è, infatti, il 3 millesimo bambino adottato con Ai.Bi dal 1983 ad oggi. Un grande risultato che va celebrato come tutti gli eventi. Doppi festeggiamenti quindi: per Leo e per Ai.Bi che in quanto tale sono accompagnati anche da regali. Quelli che Amici dei Bambini ha mandato a Leo per soffiare virtualmente insieme le 12 candeline: una mountain bike, un sacco sportivo e un pallone Puma.

Ma qual è la storia di Leo? Come arriva dalla Russia al piccolo comune di Corato? Leo è uno dei tanti bambini che arrivano in Italia dall’ Ucraina, Bielorussia e Federazione Russa per i cosiddetti “soggiorni terapeutici”. Si tratta di una pratica avviata nella seconda metà degli anni 80, in seguito alla tragedia nucleare di Chernobyl. Da allora, numerose associazioni italiane organizzano questi “viaggi terapeutici” nel nostro Paese per bambini provenienti dalle aree più colpite dalle radiazioni nucleari.

E’ stato lui a scegliere noi – ricordano il papà e la mamma di Leo, Giuseppe e Grazia – 3 anni fa: la prima volta che lo abbiamo visto in aeroporto, agli arrivi internazionali di Milano. Un piccolo caschetto biondo, in mezzo ad altri 30 bambini: si è fatto subito largo e ce lo siamo ritrovati tra le braccia. Tutto una questione di pochi minuti ed siamo stati letteralmente assaliti da baci e carezze. Impossibile opporsi”

Era tale il desiderio e la “fame” di amore che Leo aveva che “non abbiamo avuto neanche il tempo  – continua Giuseppe Sciscioli – di guardarci intorno, vedere gli altri bambini, fare festa anche a loro. Leo ci aveva scelto. E da quel momento non ci saremmo più staccati”. Tanto è vero che, trascorsa l’estate al mare insieme agli altri bambini, i coniugi Sciscioli decidono di staccare il biglietto per la Russia. E a gennaio 2012 si vola direzione Kaluga e soprattutto si fa largo il desiderio di non staccarsi più da quel caschetto biondo. Da qui l’incontro con Ai.Bi, con i suoi operatori: Leo sarebbe rimasto ‘parcheggiato’ in quell’orfanotrofio di Kaluga chissà quanto, se gli operatori di Ai.Bi. non si fossero messi in azione. Come sempre: in prima linea quando si tratta di dare una speranza ai bambini.

“E così abbiamo iniziato il nostro iter adottivo – continua Giuseppe Sciscioli –  che si è concluso felicemente lo scorso 23 luglio”.

“Quando lo abbiamo detto a Leo – ricorda – non ci voleva credere. Pensava che fosse uno scherzo e girandosi ci dava le spalle. Abbiamo dovuto insistere e assicurargli che era vero: da quel momento eravamo i suoi genitori. Non sarebbe più tornato in quell’orfanotrofio”.

Leo ora pensa alla scuola, conoscerà i suoi nuovi compagni di classe e imparerà a parlare italiano.

“Per ora comunichiamo con un mix tra italiano e russo – racconta divertito papà Giuseppe – ma soprattutto comunichiamo con il linguaggio dell’amore: quello dei genitori e di un figlio adottivo”.

Insomma la storia di Leo è un esempio stupendo di come l’adozione internazionale possa passare per le vacanze pre-adottive. Che, in questo caso, si realizzano sotto forma di viaggi terapeutici o “programmi solidaristici di accoglienza”. Un viaggio che può trasformarsi quindi in accoglienza definitiva: una “strategia vincente” soprattutto per i minori più grandi per cui si fa fatica a trovare una famiglia. Molte coppie adottive, spesso, hanno timore di ritrovarsi, di punto in bianco, genitori di un bambino già grande che, a sua volta, si trova a doversi confrontare per la prima volta con una nuova cultura, una nuova lingua e con il sentirsi figlio.

Stessa strada che Ai.Bi. ha “aperto” anche con la Commissione per le Adozioni Internazionali e l’Istituto Colombiano de Bienestar Familiar, l’autorità centrale colombiana in materia di adozioni, con il programma di vacanze pre-adottive “Vacaciones en el extranjero”. L’iniziativa, prevede delle vere e proprie vacanze di circa 3 settimane, che i bambini dichiarati adottabili, molti dei quali “cresciuti” in istituto, potranno trascorrere in Italia presso una coppia già in possesso di idoneità per l’adozione.

Le vacanze pre-adottive riguardano bambini adottabili di età superiore ai 10 anni, di età inferiore ai 10 anni ma con particolari bisogni e condizioni psicofisiche o fratrie in cui almeno uno dei bambini sia maggiore di 10 anni. La particolare attenzione per i minori più grandi è dovuta al fatto che questi sempre più spesso non riescono a trovare famiglie disposte ad accoglierli. Il programma di vacanze pre-adottive prevede che le famiglie accoglienti siano accompagnate dagli psicologi di Ai.Bi. con incontri e colloqui formativi, per affrontare la gestione della relazione e dell’affettività, le aspettative e le motivazioni all’accoglienza, le regole e il gioco. Anche i bambini ospitati vengono preparati alle 3 settimane di vacanza nel nostro Paese, direttamente dall’Icbf, che fornisce loro anche un corso base di lingua italiana. Uno psicologo o un operatore sociale dell’Icbf accompagnerà i minori durante il loro soggiorno all’estero.