L’incontro con i bambini abbandonati ha cambiato la mia vita: ora so cosa è la felicita’

photo 1Il campo di lavoro a Rabat in Marocco si è concluso e i nostri ragazzi prima di partire e tornare ognuno nelle proprie città si lascia andare a ricordi e confessioni cariche di emozioni.

“Questo campo non è stato meraviglioso – dice Sonia – è stato SUPERLATIVO!!! Logisticamente parlando, era tutto perfetto.  Tre persone in nostra assistenza, aiuto, consigli, tre angeli disponibilissimi, dolcissimi, una pazienza infinita e super competenti. Emozioni e ricordi fortissimi, bimbi, manine, occhioni, risate, lacrime, giochi… da brividi!

Tante domande, pensieri, ma com’è possibile che possa esistere una realtà simile, chissà in che difficoltà si è trovata la madre, per fare questa terribile scelta… non si può giudicare. Si va oltre, la priorità diventa il benessere di questi bambini, coccolarli, ridere, scherzare. E sperare in un futuro migliore per loro.

“Noi eravamo lì per quello – continua – dargli un seme di speranza.  A me rimane sempre impresso il discorso che, senza coccole, affetto, i bimbi soprattutto piccoli si lasciano morire. Mi rattrista anche vederli, a qualsiasi età, con il ditone in bocca. Estrema dimostrazione del loro bisogno di affetto”.

Per non parlare delle disabilità “che sono veramente molto forti e, si sa – precisa –, quello che è diverso tende a spaventare. Quasi li si preferirebbe ignorare. Ma poi, veramente dopo pochissimo tempo, c’era già confidenza, affetto anche per loro. Li abbiamo portati a fare delle passeggiate in centro, o sul lungo mare, ed era meraviglioso vedere la loro gioia negli occhi. Sono rimasta meravigliata anche dai miglioramenti dei loro comportamenti. Eravamo felici, di così poco!

Spero che il nostro seme di speranza germogli nei loro cuori. Grazie, ad Ai.Bi, per tutto il lavoro che c’è dietro, ad Ala, ed Erika. Grazie per averci dato questa possibilità.

 “E’ ufficialmente finito il campo a Rabat. La seconda settimana è letteralmente volata – dice Elisabetta – sembrava così lontano il momento dei saluti che alla fine è giunto. Il distacco da loro è stato emotivamente molto forte perché dopo due settimane così intense lasciarli è stato come abbandonarli un’altra volta”.

Difficile staccarsi da quegli occhioni dolci, gli sguardi, i sorrisi e i loro abbracci poi nel turbine dei saluti alcune reazioni molto toccanti: il pianto del piccolo Ryan soprannominato “Belandha” che singhiozzava in un angolo e non si calmava, Soufien che aveva intrecciato le manine dietro il collo di uno dei ragazzi e staccarlo è stato straziante, i più grandini uno in fila all’altro con il dito in bocca e non ultime la commozione e la riconoscenza ricevute dal personale dell’orfanotrofio e dai nostri capi squadra.

“E’ stato bello questo scambio di energia – continua -, è stato bello muovere così tanto amore. Ognuno ha messo tutto questo nel proprio bagaglio. E’ stata la vacanza più bella che io abbia mai fatto, il campo è servito a darmi la possibilità di rivedere tante cose e di apprezzare la vita e il dare al prossimo incondizionatamente. Ho guardato il cielo e  mi sono venute in mente le parole che mi diceva sempre il mio papà: ”Fai del bene e scordalo, fai del male e pensaci”. Grazie Daniela, grazie Ai.Bi di esistere.

Come molti di noi anche io cammino ormai da tanto tempo per le vie del mondo – dice Susanna – cercando le verità della vita come tesori sepolti, e qui in Marocco ne ho trovati di meravigliosi grazie al lavoro di Ai.Bi. La verità che ho trovato è che ognuno di noi in qualunque posto del mondo si trovi, costretto in qualunque condizione fisica e mentale, vive ogni attimo  della sua esistenza solo nella speranza di ricevere un po’ di amore. Perché è vero che questa è l’unica forza che sposta e fa muovere tutto, come vento, e ognuno di noi ne ha dentro se’ una sorgente inesauribile fatta solo per dissetarci l’uno con l’altro. Grazie a Daniela, Alaa e Erika perché qui finalmente ho potuto vedere davvero con i miei occhi che, come una persona stupenda mi ha detto e insegnato, l’amore non costa niente!”

Amine fa invece una promessa a se stesso me ne vado con la promessa di ritornare da questi bambini. Vorrei ringraziare innanzitutto Ai.Bi per avermi dato l’opportunità di fare questa bellissima avventura insieme ad un gruppo fantastico”. Ed è lui che ringrazia i bambini che mi hanno regalato in questi giorni tanta felicità e gioia e che mi hanno fatto ritornare bambino per queste due settimane.

Il nostro gruppo va dai 18 ai 62 anni eppure siamo cosi affiatati – dicono i ragazzi – che siamo riusciti a creare un vortice di energia catturato anche dai più piccoli. La passeggiata con gli amici disabili ha parlato d’amore passo dopo passo sia perché erano strafelici di uscire sia perché si sono sentiti considerati dalle persone e abbracciati da noi. Jamal, uno di loro, batte cinque e ride di gusto poi si diverte un mondo quando facciamo la gara con le carrozzine. Abbiamo anche un fischietto che dà il via e… vinca il migliore !! Ci emozioniamo tantissimo al suono della sua risata e non avremmo mai pensato di metterci così alla prova”.

Esistono persone buone, esistono persone generose – concludono – esistono persone che ti guardano con altri occhi. Che bella energia che si respira sia tra di noi sia nei gesti che compiamo tutti. Ci siamo messi in gioco, lasciandoci andare, travolti dal desiderio comune di DARE”.