Per il Tribunale, nulla osta all’adozione. Ma la mia patologia è un freno per gli enti autorizzati

Buongiorno,

siamo una coppia in possesso del decreto d’idoneità, concesso anche per più bambini. Io ho compiuto 51 anni, mia moglie ne ha 48 e siamo sposati da dieci anni. Purtroppo da un sondaggio informale presso alcuni enti autorizzati, stiamo riscontrando le difficoltà che temevamo perché siamo un caso un po’ particolare. Per vicissitudini di gioventù, sono purtroppo sieropositivo. Molti anni fa ho contratto il virus dell’HIV. Per ora grazie alle cure è molto ben controllato. Il giudice ci ha valutato una coppia idonea ad accogliere addirittura più figli, ma alcuni enti contattati ci hanno detto che ciò che in teoria è possibile, diventa poi irrealizzabile nei fatti. E’ davvero così? Dobbiamo rinunciare nonostante l’ok del Tribunale, delle psicologhe e degli assistenti sociali? Spero in una vostra risposta,

Martino

 

IRENEBERTUZZIGentile Martino,

la situazione non è semplicissima, ma nemmeno così nera. Le posso dire che la nostra associazione ha accompagnato e concluso felicemente più di un caso simile al suo. Ora, un ente serio non potrà mai darle la certezza di concludere con successo il percorso adottivo. Perché l’imponderabile c’è sempre. E’ chiaro che un Paese straniero cerca di assicurare ai propri ‘figli’ la migliore soluzione di vita possibile. Non per una questione di ‘razzismo’ sanitario, ma almeno sulla carta si cerca di garantire al minore il meglio. Poi è chiaro che nessuno può sapere se un bambino finirà per rimanere magari orfano di un papà o una mamma che magari muoiono in un incidente stradale, tanto per estremizzare.

Dalle nostra esperienza posso dirle che le coppie con situazioni ‘critiche’ attendono in media più di altre. Che ci sono Paesi per i quali è impossibile depositare il fascicolo,mentre altri sono più possibilisti. Perché magari guardano anche altre caratteristiche della coppia, il reddito per esempio. L’ultimo caso da noi seguito è stato sorprendentemente rapido, e la coppia ha adottato semplicemente una fratria: due fratellini di dieci e otto anni. Che consiglio darle? Magari una coppia che si dichiari disponibile ad accogliere un bambino con la stessa patologia di uno dei coniugi o con altre patologie più o meno severe di certo avrebbe maggiore chance di successo.

Tanti cari auguri,

Irene Bertuzzi

Responsabile Adozioni Internazionali di Ai.Bi.