Torino, Ai.Bi. cerca nuove coppie affidatarie: perché anche lontani dai genitori i bambini siano sempre figli

casa famiglia

A Torino, c’è un angolo della città in cui si può crescere senza perdere mai la serenità, attendendo di ritrovare il diritto a essere figlio. È la casa famiglia “Il Sorriso” di Amici dei Bambini, nata del 2009, che fino a oggi ha offerto pronta accoglienza e assistenza a decine di minori bisognosi di ospitalità immediata, fino a un massimo di 6 alla volta. Ora questo piccolo mondo di generosità e di affetto è giunto al momento di una svolta. La coppia che ha gestito la Casa Famiglia con impegno e dedizione ha deciso di ritirarsi, lasciando una realtà che chiede solo di essere mantenuta viva e operativa.

Per questo Ai.Bi. rinnova il suo appello alle famiglie disponibili ad accogliere minori in stato di abbandono o difficoltà, in momenti in cui i relativi genitori non possono prendersi cura di loro. L’appello è rivolto a quelle coppie che desiderano rispondere al bisogno di relazione di un bambino in difficoltà o allontanato dalla sua famiglia di origine, in attesa di rientrarvi o di trovare un nuovo papà e una nuova mamma adottivi. L’impegno richiesto inizierà a giugno 2015 e avrà una durata minima di 3 anni. In tutto questo periodo, naturalmente, la coppia affidataria non verrà mai lasciata sola. Innanzitutto Ai.Bi. Piemonte ha creato nel tempo forti sinergie con la Casa dell’Affidamento del Comune di Torino e con i Servizi Sociali del territorio, che segnalano i casi dei minori che necessitano di accoglienza presso la Casa Famiglia “Il Sorriso”. Inoltre l’associazione si occuperebbe di tutte le spese di struttura e di gestione e assicurerebbe il supporto di un educatore, un coordinatore che mantenga i contatti con i Servizi Sociali, e una psicologa che sia sempre in grado di leggere i comportamenti e le reazioni dei minori accolti.

Insomma, mancano solo loro: le famiglie disponibili ad avviare questo progetto di vita. Ai.Bi. propone alle coppie disponibili un modello di casa famiglia classico: gestito da due coniugi residenti con i propri figli presso la stessa struttura e di cui almeno uno abbia esperienze pregresse di affido, in modo da essere già in grado di svolgere il proprio ruolo in modo consapevole e competente.

In alternativa, Ai.Bi. ha in mente anche un modello di casa famiglia professionale. A gestirla sarebbe sempre una coppia, sempre residenti e con figli, in cui almeno uno dei coniugi abbia un titolo di educatore. In tal caso, ovviamente, sugli aspetti professionali deve sempre prevalere la relazione familiare. È questa, infatti, secondo Ai.Bi., la condizione indispensabile affinché un bambino possa sentirsi accolto come un vero “figlio”.

Non sono escluse a priori le coppie senza figli, ma resta la certezza che solo chi ha potuto crescere un figlio proprio è dotato della sensibilità e dell’esperienza necessarie a prendersi cura di un bambino altrui. In tutti i casi, Amici dei Bambini fornirebbe un percorso di formazione indispensabile per potersi occupare a tutti gli effetti della casa famiglia.

La ricerca di famiglie disponibili non è limitata solo a Torino. Amici dei Bambini rivolge analogo appello a tutte quelle coppie sposate con figli che, sul territorio italiano, sognano di trasformare un progetto di accoglienza in una splendida realtà. Ai.Bi. infatti intende creare altre case famiglia, pronte ad accogliere quei bambini che al momento non hanno dei genitori in grado di poterli accudire.

Per saperne di più e comunicare la propria disponibilità clicca qui o chiama lo 02 988221-2.