Adozione internazionale. Il monito del PD lombardo al Parlamento romano: “La nuova legge, invece, s’ha da fare! Una battaglia da portare avanti in tutto il Paese”

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Alla mozione del gruppo Ncd(Nuovo Centro Destra)  a cui si è aggiunta tutta la maggioranza del Consiglio regionale della Lombardia (primo firmatario Luca Del Gobbo e sottoscritta dal centrodestra a ranghi compatti),  con cui si chiede di semplificare l’iter adottivo e sostenere le famiglie che decidono di accogliere un bambino abbandonato attraverso lo stanziamento di risorse economiche, si unisce il PDcon un progetto di legge per amplificare gli aiuti alle coppie che intendono adottare uno o più bambini.

L’appello lanciato, dunque, da Amici dei Bambini durante l’Open Day non è caduto nel vuoto. Di fronte alla drammatica crisi delle adozioni internazionali – si era detto il 27 e 28 settembre – “la società civile e la politica non possono restare a guardare”. Ed ecco immediate le prime riposte concrete da parte dei gruppi del Ncd e del Partito democratico in Regione Lombardia.

Azioni con cui pare proprio, quindi, che la Regione Lombardia si ponga come capofila di un movimento regionale per sbloccare la crisi delle adozioni internazionali fra il disinteresse del Governo Renzi (per la prima volta nella storia delle adozioni internazionali non è stato messo un membro del Governo a capo della CAI, Commissione per le Adozioni internazionali, ma un magistrato) e del Parlamento che si è limitato ad approvare una mozione 1-00326 (approvata alla Camera dei Deputati come testo unitario in cui sono confluite le mozioni di diversi Parlamentari e votato all’unanimità lo scorso 15 luglio) con cui, in sostanza si dice che per quanto riguarda le adozioni internazionali l’attuale legge dell’83 (modificata con la legge 476 del 98)va più che bene.

Così mentre si ingrana la quarta con l’eterologa, si lasciano al palo le adozioni senza alcuna parità di trattamento e di attenzione. I costi dell’adozione internazionale partono da 15mila-20mila euro e nessuno si pone il problema di come aiutare le coppie. Per non dire delle lungaggini burocratiche, delle odissee, mortificazioni e a volte inquisizioni davanti a psicologi e tribunali, a cui sono sottoposti i genitori che scelgono di adottare un bimbo orfano. Una legge che renda tutto più semplice è indispensabile.

Ma ora forse le cose sembrano cambiare: la ruota comincia a girare a favore dei 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo che non aspettano altro che una coppia di genitori che li accolga in casa.

Il progetto di legge del gruppo Pd al Pirellone mira ad amplificare gli aiuti alle coppie che intendo adottare uno o più bambini. « Serve un intervento legislativo – spiega il consigliere regionale del Pd , Fabio Pizzul – . Vanno aiutate sia in modo diretto che in modo indiretto quelle famiglie che scelgono questo percorso per portare a compimento il proprio desiderio di genitorialità e per dare un supporto a bambini che hanno perso ogni riferimento familiare in contesti spesso caratterizzati da condizioni di estrema povertà e difficoltà. La nostra proposta s’ inserisce esattamente in questo vuoto e cerca di colmarlo ».

Infatti, si legge nel testo presentato e firmato da tutto il gruppo Pd , che « la presente legge si pone altresì l ‘obiettivo di favorire il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti dal processo di adozione e post adozione, dotandosi di organi di coordinamento e destinando ad enti e famiglie le risorse economiche adeguate per concorrere ai considerevoli costi della fase pre adottiva e a superarne le eventuali criticità» . Un aiuto insomma sui costi iniziali da un lato e un supporto post adozione, con nuovi servizi, successivamente, quando l’ inserimento può a volte essere problematico .

Insomma, una battaglia quella pro adozioni, che per il Pd in Consiglio regionale, ha anche lo scopo « di far partire una discussione sul tema e di far sì che Regione Lombardia si faccia capofila di una battaglia da portare avanti in tutto il Paese». Il testo (10 articoli in tutto) redatto dai tecnici del Pd, prevede un coordinamento regionale e l’ istituzione di un albo regionale per gli enti di adozione internazionali, oltre alla creazione di tavoli del coordinamento zonale delle adozioni (da collocare nelle Asl), tutti organismi, quest’ ultimi, che dovranno interagire con la Conferenza regionale delle associazioni delle famiglie adottive.

E a dimostrazione che non si tratta di una “lettera morta” fine a se stessa, il 7 ottobre gli Enti Autorizzati, associazioni familiari ed organismi del settore incontreranno i rappresentati del gruppo PD “per un confronto sul disegno di legge – si legge nell’invito – con il fine di raccogliere le osservazioni e costruire un cammino comune”.

Insomma la strada è ancora lunga ma qualcosa finalmente si sta muovendo: grazie alle famiglie adottive, le prime che credono e sposano il principio della giusta accoglienza e di quanti ogni giorno si impegnano a cambiare lo status quo. Ovvero una legge antiquata. Con l’augurio che le altre regioni d’Italia si sveglino dal torpore e seguano l’esempio della Lombardia.