Mozione approvata alla Camera: più risorse, sostegno alle famiglie e snellimento iter burocratico

montecitorioAvere un figlio adottivo è aprire nella propria famiglia uno spazio non solo fisico, ma soprattutto mentale e di cuore per l’accoglienza di un bambino o di una bambina, generato da altri, con una sua storia, che desidera continuare con i nuovi genitori, con cui formerà una vera famiglia, come una «sua» seconda possibilità di vita. Solo così, partendo dal diritto di ogni bambino ad avere una famiglia e dal desiderio di una coppia di accogliere un figlio, e costruendovi sopra un percorso personale e genitoriale che sia di vera accoglienza, si può iniziare correttamente la strada dell’adozione” Inizia così la mozione 1-00326 approvata ieri alla Camera (come testo unitario in cui sono confluite le mozioni di diversi Parlamentari e votato all’unanimità) con cui si mette nero su bianco una rinnovata e concreta attenzione da parte del Governo sul tema delle adozioni internazionali. A Montecitorio si è trovato così alla fine un accordo che impegna il Governo in vari punti essenziali. A partire dalle risorse da destinare alla CAI, commissione adozioni internazionali, che devono essere adeguate ai suoi compiti istituzionali, le attività ordinarie, di vigilanza nazionale e internazionale,  le relazioni internazionali ed i negoziati con i Paesi di origine dei minori, ai casi critici in cui è prevista la presa in carico delle coppie, nonché per sostenere i progetti di cooperazione internazionale atti a realizzare il principio di sussidiarietà. C’è il diktat ad adoperarsi per assicurare il diritto dei minori ad avere una famiglia nel minor tempo possibile, a partire dalla conclusione nei tempi previsti dalla legge del percorso di idoneità per gli aspiranti genitori adottivi con particolare riguardo alle relazioni dei servizi sociali e alle sentenze da parte dei tribunali per i minorenni. Il testo suggerisce di rafforzare l’iniziativa politica per la definizione di accordi bilaterali con quelle nazioni con le quali negli ultimi anni si è assistito a problematiche nel percorso di adozioni, per ottenere maggiori garanzie da questi Paesi. Ma uno dei punti più delicati e nel quale il testo insiste è la necessità di adottare ogni iniziativa utile a reperire le risorse necessarie per erogare i rimborsi relativi alle procedure di adozione ancora in sospeso (anni 2011, 2012, 2013), nonché a stabilizzarli per il futuro, attraverso un aumento delle risorse disponibili per il Fondo per le politiche della famiglia. E ancora si incentiva ad assumere iniziative per aumentare la percentuale degli oneri deducibili dal reddito relativa alle spese sostenute dai genitori per l’espletamento dell’adozione e per il percorso di post-adozione dei bambini con special needs. Altro argomento spinoso, il testo approvato spinge a riconsiderare l’obbligatorietà della certificazione delle spese, oggi in capo agli enti autorizzati, permettendo l’autocertificazione da parte delle coppie; prevede agevolazioni relative ai congedi parentali (anche spostando il limite temporale in cui godere dei permessi non retribuiti, ampliando la normativa vigente) e valuta la possibilità di superare il sistema dei rimborsi sostituendolo con misure fiscali idonee a sostenere le famiglie che concludono il percorso adottivo. Nel testo rimane: il rispetto dei diritti e il perseguimento del maggior interesse del minore, il concetto di sussidiarietà, il ruolo e la funzione dei diversi enti nel processo di adozione; così come rimane solido, in particolare, l’impianto normativo e istituzionale su cui si basa il processo adottivo, con il ruolo dei servizi sociali territoriali e dei tribunali per i minorenni, e quello centrale della Commissione per le Adozioni Internazionali. C’è anche un preciso riferimento alla Cooperazione internazionale nel campo dei diritti dei minori “ che va quindi incentivata – si legge nel testo – e favorita”.  Intanto, nonostante l’Italia resti uno dei Paesi più accoglienti al mondo, l’insicurezza dovuta alla crisi economica in Italia si aggiunge ai fattori internazionali che hanno contribuito alla diminuzione del numero degli ingressi in Italia (-7% nel 2013 rispetto al 2102, -23 % nel 2012 rispetto al 2011). Proprio per far fronte agli elevati costi (il costo di un’adozione internazionale supera facilmente i 20 mila euro tra spese per l’iter e quelle di viaggio) nel Testo si ricorda che nel 2005 è stato istituito un «Fondo di sostegno delle adozioni internazionali», finalizzato al rimborso di parte delle spese sostenute per l’adozione di un bambino straniero nel corso dell’anno precedente, le cui funzioni sono state successivamente assorbite dal Fondo per le politiche della famiglia, destinato a finanziare anche il sostegno delle adozioni internazionali. Si ritiene dunque indispensabile che il Governo decida quali risorse destinare alla Commissione e ai rimborsi e in quali tempi, per garantire alle tante famiglie interessate tempi più rapidi e notizie più certe, soprattutto in un periodo di crisi quale quello attuale, considerando anche che spesso si è costretti, per coprirle, a chiedere prestiti in banca o a familiari. È evidente che l’interruzione della misura del rimborso a favore delle famiglie adottive costituisca un grave ostacolo per tante coppie italiane altrimenti decise ad adottare, rischiando altresì di configurare una disparità di trattamento tra cittadini, con un’ulteriore ingiusta penalizzazione nei confronti di tante coppie più fragili economicamente ma che credono fermamente nel diritto di ogni bambino ad avere una famiglia.