Cambogia, apprezzamento delle Nazioni Unite per la riforma delle legge sulle adozioni internazionali

cambogiaNotevoli progressi in Cambogia nella lotta all’abbandono. A riconoscere pubblicamente l’impegno del governo di Phnom Pen al fianco dell’infanzia più fragile è stata, nel corso di un incontro tenutosi il 21 ottobre nel Paese del sud-est asiatico, Marta Santos Pais, rappresentante speciale per la lotta contro la violenza sui minori della segreteria generale delle Nazioni Unite.

In particolare, è stato reso merito al ministro degli Affari Sociali, Vong Soth, dei passi in avanti compiuti dal Mosvy (Ministry of Social Affairs Veteran and Youth Rehabilitation) e dal governo cambogiano sul duplice fronte della protezione dei minori e delle adozioni internazionali.

Negli ultimi mesi, infatti, il Mosvy sta conducendo una campagna rivolta a ridurre drasticamente il numero di minori istituzionalizzati. Come primo risultato di tale impegno, si è avuta la decisione di chiudere alcuni orfanotrofi che non rispettavano gli standard previsti dalla legge.

Buoni anche i risultati ottenuti dal governo di Phnom Penh nell’ambito delle adozioni internazionali, ufficialmente riaperte a partire proprio dal 21 ottobre, quando a comunicare la lieta notizia fu il segretario di Stato del Mosvy Nim Toth. La rappresentante dell’Onu ha pertanto elogiato il ministero per l’elaborazione della nuova legge in materia e ha posto l’accento sulla necessità di incentivare le adozioni dei bambini special needs. Il ministro Soth ha quindi ricordato tutti gli sforzi compiuti dal suo Paese in tema di accoglienza dei minori abbandonati, seguendo la direzione dettata dalla Convenzione dell’Aja.

Ricordiamo che, in seguito all’incontro tenutosi a Roma lo scorso 17 settembre, Cambogia e Italia hanno firmato il rinnovo dell’accordo bilaterale proprio in tema di adozioni. Un accordo che, se da un lato lascia presagire l’interruzione dello stallo in cui si trovavano le adozioni internazionali, dall’altro ha ancora dei nodi da sciogliere. Primo fra tutti, il numero di enti autorizzati a operare nel Paese sud-est asiatico: 8, come previsto dal vecchio accordo del 2011, o solo uno, come invece lascia intuire il nuovo, in alcuni suoi punti?

 

Fonte: Mosvy