Adozioni internazionali. Il mistero dell’accordo bilaterale tra Cambogia e Italia: quanti saranno gli enti autorizzati a operare? Otto o uno solo?

cambogia bimbo 350Habemus accordum! Sul proprio sito istituzionale la Commissione per le Adozioni Internazionali dà notizia del rinnovo dei due accordi bilaterali: uno con il Burundi, l’altro con la Cambogia che sulla carta potrebbero interrompere lo stallo in cui si trova il settore delle adozioni internazionali. Un’auspicata boccata d’ossigeno per un settore in forte crisi, soprattutto a beneficio di tanti bambini abbandonati.

Meglio tardi che mai. Il comunicato finalmente fa luce su contenuti e dettagli di entrambi gli accordi: quello con il Burundi, sottoscritto il 25 luglio 2014 e quello con la Cambogia, risalente al 17 settembre 2014.

Oltre a un suo comunicato, la CAI allega anche i testi dei due accordi. Che un dubbio lo sollevano. Gli enti autorizzati a operare in Cambogia saranno otto, come era previsto nel vecchio accordo del 2011 o uno solo?

Cerchiamo di capire qualcosa in più.

L’accordo sottoscritto dalla Presidente della CAI, Silvia Della Monica con il suo omologo cambogiano, Vong Sauth si sviluppa in otto punti. Nel secondo articolo si legge: “Le parti concordano nel determinare il numero degli enti per le adozioni internazionali della parte “B” (ndr Italia), autorizzati dalla parte “A” (Cambogia) ad operare nell’ambito di adozioni internazionali presso il Regno di Cambogia in n.8 enti”.

È finita qui, tutto bene: sembra che il presente accordo recepisca i contenuti del precedente.

Ma il mistero arriva con l’articolo 4 dove – letteralmente – è scritto: “Successivamente, la parte “A” comunicherà alla parte “B”  il nominativo dell’ente per le adozioni internazionali tra quelli comunicati dalla parte “B” autorizzato ad operare nell’ ambito di adozioni internazionali presso il Regno di Cambogia, il mandato di rappresentanza e l’accordo sottoscritto dall’ente con l’autorità Centrale per le adozioni”.

Ma come? Non avevano deciso di comune accordo di autorizzarne otto? In base a quali requisiti l’Autorità centrale cambogiana sceglierà il ‘fortunato’ ente che potrà operare nel Paese asiatico?

Chi pensava di leggere i dettagli di una ritrovata intesa tra due autorevoli istituzioni internazionali, chi sperava di poter trovare risposte alle richieste delle famiglie che attendono di essere destinate alla Cambogia, chi desiderava rimettersi a lavorare per dare un futuro a molti  bambini abbandonati, dopo quaranta giorni di attesa si ritrova in mano due paginette che disciplinano una sorta di lotteria, dove l’unica cosa certa è che l’ente “prescelto” si troverà- per la prima volta nella storia delle adozioni internazionali – in una formidabile situazione di monopolista.

Ma sarà poi così? Speriamo che arrivino presto dei chiarimenti. Per ora il cielo di Phnom Penh resta coperto da nuvole, almeno per i papà e le mamme in arrivo dall’Italia.