Niente soldi per Casa Mosè, cosi cala il sipario

sit-in (1)Riportiamo di seguito l’articolo pubblicato da “Il Giornale di Sicilia”, , in data 13 dicembre 2014 a firma di Emilio Pintaldi.

Chiude la casa d’ accoglienza dei bambini nonostante le proteste le prese di posizione dei volontari e nonostante l’ attenzione internazionale data grazie al servizio di Al Jazeera. L’ avventura di Casa Mosè la casa d’ accoglienza dedicata ai giovani migranti è finita. I piccoli migranti rimasti sono stati trasferiti ieri mattina in strutture di seconda accoglienza: a Mascalucia e ad Agrigento. Ai.Bi. l’ associazione Amici dei Bambini, che in città ha aperto casa Mosè ma che è presente in tutto il mondo, vanta un credito nei confronti del Comune che supera abbondantemente i duecentomila euro.

Ma Palazzo Zanca a cui arrivano i soldi del ministero destinati all’ assistenza dei minori non accompagnati, da 11 mesi senza bilancio, (il documento sarà approvato dal Consiglio il 29 dicembre), non può dare un solo centesimo. E quando potrà non potrà stanziare più di centoventimila euro da distribuire a tutte le associazioni che gestiscono case d’ accoglienza. Non è bastata la grande solidarietà di alcune associazioni e di alcuni volontari che hanno organizzato mostre di beneficenza. Troppo pochi i fondi raccolti per andare avanti. Così Casa Mosè , il rifugio gestito da Ai.Bi. l ‘ associazione Amici dei bambini, chiude i battenti. Dal Comune allargano le braccia”.

“Il ministero – spiega Mantineo assessore ai servizi sociali – ci ha detto che i soldi sono stati stanziati . Ma non ci sono ancora stati accreditati. Non possiamo fare nulla”. Il rifugio dedicato ai Misna, l’ acronimo di minori non accompagnati, sorge da mesi a Camaro nell ‘ex asilo che le suore Immacolatine hanno concesso per sei armi all ‘ associazione. Precedentemente, casa Mosè sorgeva in un altro istituto religioso tra San Filippo e Mili. Le volontarie, in prima fila Dina Caminiti e la sorella Maria Teresa , davano assistenza 24 ore su 24 ai bambini arrivati sulle barche senza adulti. Tra gli ospiti, siriani, egiziani, marocchini, ghanesi, ghambiani. Attualmente erano rimasti sei ospiti.

L’ associazione si occupa anche di trovare ospitalità presso messinesi ai bambini che vengono presi in affidamento temporaneo. Proprio la famiglia messinese Vinci , che vive nella zona dello stadio, lo scorso anno, è stata eletta famiglia più accogliente dell’ anno. Oltre ad avere un bambino in adozione hanno preso in casa in affidamento un altro minore. I numeri dell’emergenza che riguarda i minori arrivati in Italia senza famiglia sono drammatici.  I ministri stranieri non accompagnati nel 2014 dovrebbero raggiungere quota 600 mila. Ad oggi i minori presi in carico in Italia dai servizi sociali sono seimila. In città proprio sui minori si è consumata la frattura tra la mediatrice culturale del Comune Clelia Marano che si è dimessa e l’ amministrazione Accorinti. La mediatrice chiedeva e chiede che i profughi minorenni non vengano mai a contatto con gli adulti e che non vengano ospitati sotto le tende . Clelia Marano ha chiesto più volte al sindaco di farsi carico del problema costringendo altre istituzioni se è il caso ad aprire le proprie strutture. Dare un’ accoglienza degna di questo nome, secondo Ai.Bi. è un imperativo d’ obbligo.

“Abbiamo tentato di farlo capire –spiega Dina Caminiti – abbiamo chiesto un’ anticipazione. Tutto inutile. Eppure siamo l’ unica Ong, organizzazione non governativa accreditata, presente in città”.