Benigni “legittima” i genitori adottivi nei dieci comandamenti

benigniRoberto Benigni «catechista», innamorato della vita, ma ancor di più di un fitto mistero chiamato Dio. E che ha tenuto incollati allo schermo oltre 10 milioni di spettatori anche nella seconda puntata dedicata ai Dieci Comandamenti, andata in onda il 16 dicembre, nel corso della quale ha dedicato uno spazio considerevole al comandamento “Onora il padre e la madre”.

Un comandamento che secondo Benigni deve essere allargato anche ai nonni, dato l’allungamento della vita media e il grande supporto che questi danno oggi nell’ambito della famiglia. “I nonni sono il fondamento della famiglia moderna”, ha detto.

Il comico toscano attira l’attenzione sulla posizione del comandamento, che è posto alla fine della prima tavola e quindi prima dell’inizio della seconda: una scelta non casuale quella di porlo in posizione strategica, a indicare quella che lui definisce “dissolvenza”, volendo simboleggiare un punto d’incontro tra il cielo e la terra.

Questo comandamento fa venire in mente l’Eternità, il perpetuarsi della vita attraverso le generazioni, l’ordine, quindi, di rispettare la vita. Qui, non soltanto non c’è alcuna negazione a precedere la regola, ma c’è anche un premio per chi lo rispetta: “Onora il padre e la madre affinché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il signore, Dio tuo”, dice il comandamento, e quindi la ricompensa consiste proprio nel prolungamento dei giorni da trascorrere sulla Terra, ma, inoltre, Dio destina ai genitori un termine che riserva solitamente a se stesso (il verbo “onorare”), che in questo caso sta a indicare il dovere di prendersi cura dei nostri cari proprio nei momenti di fragilità soprattutto, in segno di riconoscenza per il bene ricevuto.

Un comandamento che, stando al passo con i tempi, nella straordinaria sensibilità e attualità del premio Oscar toscano, riguarda anche i genitori adottivi, che nel loro immensa capacità di amare figli non propri, li accolgono e li amano come tali, incarnando così il più alto e profondo senso della famiglia. Genitori ai quali va l’identico sentimento di onore e rispetto che si deve a quelli biologici.

Che, alla fine, i contenuti siano condivisibili o meno in quanto credenti o agnostici, Benigni crede davvero a quello che fa e spera davvero che le sue parole entusiastiche arrivino anche ai più scettici, a coloro che, per un motivo o per l’altro, hanno escluso Dio dal proprio cuore e dalla propria vita. Il risultato è una lunghissima digressione sull’importanza dei Comandamenti, sull’alleanza fra il Signore e il popolo d’Israele e su Mosè, l’uomo delle acque“.

Un viaggio alla riscoperta di antiche e sempre vive verità spiegate con leggerezza e profondità che ha visto Roberto Benigni assumere il ruolo di guida per i telespettatori nella spiegazione del Decalogo sviscerandone il senso profondo, l’eternità del messaggio.

Ma lo show è soprattutto un inno appassionato all’amore, allo spettacolo della vita, alla ricerca della felicità. Il precetto che tiene in se’ tutti gli altri è “Ama il prossimo tuo come te stesso. Amarsi – ha concluso l’attore e regista – è il problema fondamentale dell’umanità. Non ci rimane molto tempo, affrettiamoci ad amare, amiamo sempre troppo poco e troppo tardi, perché al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore”.