Culla per bambini non desiderati o culla per bambini donati?

Cara Ai.Bi.,

premetto che la mia non sarà una vera domanda, ma una riflessione, alla quale spero di poter ricevere un vostro commento. Ho letto in questi giorni la notizia di una bambina che i genitori hanno deciso di lasciare nella culla destinata ad accogliere i neonati non desiderati, istallata all’ospedale Careggi di Firenze. Per quanto, ovviamente, non possa certo evitare di condannare l’abbandono di una bambina così piccola, devo però ammettere che mi ha in parte consolato sapere che i suoi genitori hanno voluto compiere comunque un gesto di amore, pur estremo, lasciandola in un luogo in cui erano sicuri che qualcuno si sarebbe preso cura di lei. In questo modo, le hanno assicurato un futuro: la bambina, infatti, verrà data in adozione e troverà una nuova famiglia. Per fortuna, davanti a scelte drammatiche, come quella di abbandonare il proprio figlio, non tutti adottano soluzioni che non esiterei a definire assassine, come lasciare il neonato in un cassonetto.

Su questo avvenimento, mi piacerebbe sapere quale sia il parere di Ai.Bi. che da sempre si impegna nella lotta contro l’abbandono.

Grazie,

Stefania

 

valentina GriffiniCara Stefania,

la tua riflessione è certamente interessante, anche se la condivido solo in parte. Prima di inoltrarmi nel commento al tema da te proposto, ritengo doveroso farti presente che ti rispondo non solo in vece di “addetta ai lavori” e di persona esperta nel settore adozioni che, con Ai.Bi., tutti i giorni si impegna per alleviare la piaga dell’abbandono nel mondo, ma anche come figlia adottiva, ovvero come persona che, seppur in tenerissima età, ha provato sulla propria pelle cosa voglia dire venire abbandonata dai propri genitori.

È vero, come dici tu, che lasciare il proprio figlio in un centro attrezzato per l’accoglienza di neonati abbandonati è sempre meglio che buttarlo in un cassonetto. Nel primo caso, gli si dà una “seconda possibilità”, quella di trovare una nuova famiglia attraverso l’adozione. Nel secondo, invece, quasi sicuramente si commette un infanticidio.

Quello su cui, però, vorrei porre maggiormente l’attenzione è l’atto stesso dei genitori della bambina protagonista di questa triste vicenda. L’aver lasciato la neonata in ospedale, infatti, non cancella la loro macchia più grave: aver rifiutato la loro bambina, non aver accettato il dono di una figlia, nonostante avessero deciso di metterla al mondo. Non mi piace affatto, devo ammettere, la definizione di “culla per i bimbi non desiderati”. Se un bambino è nato, vuol dire che è stato desiderato, che un uomo e una donna lo hanno fortemente voluto. Se questa piccola non fosse stata desiderata, non sarebbe mai neppure nata. Non averla buttata in un cassonetto non assolve i genitori dal gesto più grave: l’abbandono di un minore, di una neonata in questo caso, di quella figlia che, come tutti i bambini del mondo, aveva diritto a sentirsi tale in ogni momento. E che invece ora deve aspettare, e sperare, che qualcuno un giorno le voglia restituire questo diritto.

Grazie per la tua riflessione,

 

Valentina Griffini

Responsabile Area Estero di Ai.Bi.