Adozioni internazionali e trasparenza contabile degli enti autorizzati: le Linee guida CAI restano inapplicate, ma una proposta di legge langue da due anni in Commissione Giustizia

trasparenzaPer uno dei grandi malati della società italiana, il Terzo Settore, una medicina c’è, ma in troppi casi ci si rifiuta di assumerla. È la trasparenza dei conti, l’unico mezzo capace di garantire davvero la piena affidabilità degli soggetti non profit agli occhi dei cittadini. Compresi gli enti autorizzati per le adozioni internazionali, un settore profondamente in crisi anche a causa della diffusa mancanza di certificazione dei bilanci di chi esercita a tutti gli effetti un servizio pubblico. E pensare che le linee guida della Commissione Adozioni Internazionali prevedono esplicitamente la trasparenza contabile degli enti: norme però che quasi sempre restano non applicate. Mentre una proposta di legge in materia giace da quasi 2 anni in Commissione Giustizia alla Camera e al Senato.

Il tema dei comportamenti non certo impeccabili di molti soggetti del Terzo Settore è tornato alla ribalta recentemente con le indagini sul cosiddetto caso di “Mafia Capitale”. Lo scandalo ha toccato organizzazioni non profit che, nascondendosi dietro le presunte finalità non lucrative che la loro veste giuridica comportava, sarebbero diventate ottimi “nascondigli” per coloro che, nell’ombra, avrebbero inteso compiere atti e operazioni illecite. Sarà un caso, ma i conti di uno dei soggetti protagonisti dell’inchiesta romana, l’ormai famigerata Cooperativa 29 Giugno, non risultano essere stati sottoposti ad alcuna certificazione esterna di bilancio. Il che rivela una debolezza strutturale del Terzo Settore: ritenere che la natura ideale, umanitaria, sociale di queste realtà inducesse di per sé comportamenti etici. Che non avrebbero bisogno, cioè, di misure cautelari specifiche. A supplire a questa carenza sono intervenute negli anni regolamentazioni settoriali, come appunto le linee guida della Cai. Peccato che restino quasi sempre disattese, con il risultato che il mondo del non profit, e quello delle adozioni internazionali non fa certo eccezione, sia diventato una giungla.

In cantiere, ora, c’è una riforma del Terzo Settore che il premier Renzi ha promesso di condurre in porto tra febbraio e la primavera del 2015. è stato lui stesso a richiamare gli enti non profit alla trasparenza, quando, il 21 dicembre, è intervenuto alla trasmissione di Rai 3 “Che tempo che fa”. “Per qualche delinquente che ruba – disse Renzi in quell’occasione –, ci sono tantissimi volontari e cooperanti che fanno bene il loro lavoro”. Per questo il cittadino che sceglie di devolvere dei fondi a un’associazione del Terzo Settore, spiegò il premier, deve essere assolutamente certo del corretto uso che tale ente intende farne.

La trasparenza contabile è uno dei problemi più dibattuti. Da anni si richiede la redazione di bilanci e di relazioni amministrative chiare e leggibili. Ma la tendenza alla riservatezza, giustificata dalla necessità di tutelare il perseguimento delle finalità degli enti, e la scarsa attenzione all’applicazione delle norme hanno remato in senso inverso.

Le norme Cai, al punto 6 delle sue Linee Guida (quello relativo a “Gestione contabile, certificazione delle spese e oneri deducibili”), prevederebbero misure di contrasto a questi fenomeni – tra l’altro esplicitamente denunciati nel testo -, ma, appunto, restano inapplicate. E la tanto discussa piaga delle richieste di soldi contanti da portare all’estero rivolte alle coppie adottive sta contribuendo all’agonia dell’adozione internazionale. Per frenare questo fenomeno, ad aprile del 2013 i deputati Mario Caruso e Khalid Chaouki presentarono alla Camera una proposta di modifica alla legge 184/1983 per introdurre la norma secondo cui gli enti siano tenuti a farsi “certificare annualmente il bilancio da un ente o persona a ciò preposti”. Analoga proposta è stata depositata anche al Senato dal senatore Aldo Di Biagio. Ma di questa istanza, fortemente sostenuta anche da Amici dei Bambini, non si sa più nulla: da allora giace in Commissione Giustizia e non si sa se e quando vedrà la luce. Nel frattempo il Terzo Settore e l’adozione internazionale affogano nella palude dei bilanci non trasparenti.