Manca il decreto del Governo: bonus bebè al palo

bonus bebèPasseranno ancora settimane prima che la macchina del bonus bebè si metta effettivamente in moto. Il pagamento del nuovo assegno per il sostegno alla natalità, introdotto dalla legge di Stabilità 2015, è già in ritardo: non è stato ancora erogato, infatti, per nessuno dei circa 50mila bambini già nati in Italia dal 1° gennaio a oggi.

Due le ragioni di questo ritardo che hanno ulteriormente rallentato i normali “tempi tecnici” richiesti più o meno tutti gli anni per rendere operative le misure previste dalle varie manovre di bilancio.

Innanzitutto l’Inps – ente incaricato di raccogliere le domande e provvedere all’erogazione dell’assegno – sta ancora aspettando il decreto del presidente del Consiglio che avrebbe dovuto essere emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore del disegno di legge Stabilità, il 31 gennaio. Decreto che però ancora non si è visto. Questo perché il 31 gennaio è uno dei cosiddetti “termini ordinatori e non perentori”, ovvero scadenze inserite nei provvedimenti ma considerate solo come indicative, visto che non è specificato che cosa succederebbe in caso di mancato rispetto. Stando alle assicurazioni di Palazzo Chigi, il decreto dovrebbe essere pronto entro qualche giorno e nel testo vi dovrebbero essere specificati alcuni rilevanti aspetti pratici, come le effettive modalità di pagamento. Con esso, verrebbe reso disponibile anche il modulo per effettuare la domanda.

Secondo problema è quello relativo al nuovo Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, riformato di recente e richiesto quale parametro economico per l’ammissione delle famiglie al beneficio. Il bonus, infatti, non spetta a tutti, ma solo ai neonati il cui nucleo familiare abbia un Isee non superiore a 25mila euro. Ma il debutto del nuovo indicatore, dal 1° gennaio 2015, non è stato facile, sia per la necessità di stipulare nuove convenzioni con i Centri di assistenza fiscale (Caf) che per la maggiore complessità del nuovo modello. Chi lo deve compilare, per esempio, deve indicare anche le giacenze medie sul conto corrente: un dato che, a quanto pare, le banche non sono ancora attrezzate a fornire per questa specifica finalità.

Facile immaginare che questi ritardi porteranno, alla fine, a un notevole risparmio per le casse dello Stato. La platea dei richiedenti potrebbe risultare più contenuta dei 330mila aventi diritto previsti dalla relazione tecnica alla legge di Stabilità. Di questi, 85mila sarebbero quelli a cui spetterebbe il bonus raddoppiato, da 80 a 160 euro al mese, perché il loro Isee non supera i 7mila euro.

 

Fonte: Il Messaggero