Kenya. Il parto di “cuore” di Elisa: “Gli 8 mesi più belli della mia vita: ho dato alla luce la mia piccola July”

july2Otto mesi. Quasi come un parto “biologico” e alla fine anche lei, Elisa Faggiana, ha dato alla “luce” la sua July. Una bimba keniota di 2 anni e mezzo che ora si trova nella sua nuova stanzetta in Italia a giocare. Un periodo di attesa e permanenza nel Paese estero un po’ più lungo rispetto alla media a seguito della moratoria vigente al momento in Kenya con gli inevitabili ritardi burocratici per il rilascio dei documenti necessari per il rientro in Italia. Otto mesi che però mamma Elisa “benedice”: “perché mi hanno permesso di vivere giorno dopo giorno con la mia bambina – racconta – di scoprirla nella sua quotidianità. Di ‘scoprirla’ e scoprirci prima noi, come mamma e figlia prima di tornare in Italia e ‘aprirci’ al resto del mondo e della grande famiglia che avrebbe accolto la piccola July”.

E’ Elisa che racconta ad Ai.Bi. la sua storia con l’entusiasmo di chi sta vivendo la “gioia allo stato puro” rivolgendo un appello a tutte quelle coppie che in questo momento si stanno avvicinando all’adozione, “magari ci stanno solo pensando – dice – e sono scoraggiate dai tempi. A loro dico: tutto passa, i giorni e i mesi poi saranno solo un lontano ricordo!”

Elisa Faggiana, è una mamma di cuore, una mamma che per 8 mesi ha mollato tutto, la sua vita e il suo lavoro in Italia e ha deciso di partire alla volta del Kenya, di Nairobi per stare al fianco della sua bimba con la determinazione, propria di una mamma, di non mettere piede in Italia se non tenendo per mano il suo piccolo angioletto di colore, il suo vulcano di gioia e di allegria. Rientro che è avvenuto il 24 febbraio scorso insieme ad una’altra coppia adottiva: gli Zanotti. Anche loro tornati con in braccio il loro dono più grande: un figlio adottivo.

“Mi chiedo come potesse essere la mia vita prima – racconta mamma Elisa – senza di lei. Una quotidianità monotona, giornate lunghe e uguali a se stesse. Ora siamo tutti in delirio per July, nonni, zii, cugini. Tutti fanno a gara per spupazzarsela: perché  lei con il suo arrivo sta donando una vita nuova a tutti noi”.

La nostra famiglia vive di una luce nuova – continua – : quella che solo un figlio adottivo è in grado di donarti. Perché è proprio il figlio adottivo che è un dono in se stesso e per se stesso”.

Un dono per il quale vale la pena mettere in discussione tutta la propria vita. Perché non è vita quella che si vive senza un figlio adottivo. E allora basta organizzarsi e anche quello che può essere un periodo di attesa troppo lungo può essere gestito alla meglio.

“Momenti di scoraggiamento –  si chiede Elisa  –  in quegli 8 mesi in Kenya? Non più di tanto. Quello che sinceramente ci metteva in angoscia era non sapere il giorno preciso in cui avremmo preso l’aereo che ci avrebbe riportato in Italia. Ma quando sei con tua figlia, tutto il resto passa in secondo piano”. Anche il lavoro. “Basta organizzarsi. Io lavoravo con il computer da Nairobi e mio marito ogni tanto – racconta – si allontanava per dei periodi più o meno lunghi. A volte venivo raggiunta in Kenya da parenti o amici: sono rimasta anche sola con la mia pupa. E quello è stato il periodo più bello e intimo”.

Un’esperienza così bella, appagante e totalizzante che Elisa e suo marito già pensano alla seconda adozione: sempre in Kenya. “Siamo appena arrivati da un giorno – dice riuscendo a trattenere a mala pena l’entusiasmo di chi sta toccando il cielo con un dito – ma già pensiamo a tornare a Nairobi. Ci sono tanti bambini come July che aspettano solo genitori che li amino. Un pezzo del nostro cuore è rimasto in Africa”.

A loro e ai 168 milioni di bambini abbandonati  nel mondo e in attesa di una famiglia Ai.Bi., Amici dei Bambini, ha pensato quando ha preso la decisione di riaprire i mandati con la Campagna #iosonoundono. Perché vogliamo, insieme alle meravigliose famiglie adottive, salvare l’adozione internazionale.