Adottare in Burundi: solo due settimane per diventare famiglia

Un percorso rapido ma intenso: ecco tutte le tappe fondamentali per chi desidera portare avanti un’Adozione Internazionale in Burundi

Stretto come in una morsa dai “colossi” che ha ai lati (la Repubblica Democratica del Congo a ovest, la Tanzania a est), il Burundi è un piccolo stato dell’Africa centrale, diventato tristemente noto per essere spesso verso il fondo (quando non proprio l’ultimo) nelle classifiche dei Paesi più poveri del mondo. Eppure, si tratta di un Paese straordinario, che ha saputo riprendersi dalla sanguinosa guerra civile iniziata negli Anni ’90 e sta piano piano cercando di costruirsi un futuro più luminoso.

Dove risuona più forte il grido dell’abbandono

Certo, visto il recente passato, in Burundi il grido dei bambini abbandonati si fa sentire con maggior forza che in altri luoghi ma, anche questo a differenza di altri Paesi, il Burundi non rimane sordo e, dopo aver ratificato la Convenzione dell’Aja nel 1999, si sta adoperando per cercare di facilitare il percorso per concedere a questi minori la possibilità di tornare a essere figli.
Come? Per esempio snellendo l’iter che le coppie devono seguire, una volta arrivate nel Paese, prima di poter tornare in Italia come una “nuova” famiglia.
Bastano due settimane di permanenza per completare tutte le tappe fondamentali, perché, grazie al grande lavoro fatto precedentemente in Italia, le coppie partono per il Paese solo una volta che la sentenza è già diventata esecutiva ed essendo già in possesso dell’autorizzazione all’ingressotempi.

L’iter dell’adozione in Burundi

Il percorso è ben scandito e strutturato: le coppie, una volta arrivate in Burundi, hanno un primo incontro con l’Autorità Centrale del Paese (AC); quindi arriva il momento di conoscere la propria figlia o il proprio figlio, venendo accompagnati da un delegato dell’AC in orfanotrofio dove viene celebrata una bellissima festa di saluto.
Successivamente a quel momento inizia la convivenza per costruire le basi della nuova famiglia. Nel frattempo, vengono portate avanti le pratiche per il rilascio del passaporto del minore con il visto. Quindi, dopo un incontro finale con l’AC per la firma del registro delle adozioni e il saluto istituzionale presso il Ministero della Solidarietà, si può attendere di prendere l’aereo per tornare in Italia.
Come si vede, le procedure sono poche, ben delineate e lasciano molto tempo alla famiglia per vivere appieno i primi giorni di conoscenza e di condivisione.

Meno di un anno e mezzo per concludere tutto il percorso

Anche allargando lo sguardo non solo alla permanenza nel Paese ma a tutto l’iter, le coppie che nel corso del 2025 hanno già adottato con Ai.Bi. in Burundi hanno ottenuto l’autorizzazione all’ingresso in media a un anno di distanza dalla consegna dei documenti. .
In totale, dunque, le coppie italiane già in possesso del decreto d’idoneità possono pensare di rientrare in Italia con i loro figli a distanza di poco più di un anno dalla consegna dei documenti ad Ai.Bi.

L’incontro online dedicato

Per chi è già in possesso dell’idoneità all’adozione internazionale ed è interessato ad approfondire l’opportunità concreta di un’adozione in Burundi, Amici dei Bambini organizza un incontro gratuito dedicato giovedì 5 giugno alle ore 17.00. Un primo passo per conoscere meglio il percorso in Burundi e la possibilità di donare una famiglia a un bambino in attesa.
Ma chiunque volesse delle informazioni sull’Adozione Internazionale, non solo in Burundi, può scrivere una mail all’indirizzo: adozioni@aibi.it