Adozione di adolescenti: perché sosteniamo la necessità delle “vacanze preadottive”?

Partire dal bisogno dei minori e dalla conoscenza delle loro storie. È questo il senso delle vacanze preadottive che potrebbe aiutare il rilancio delle Adozioni Internazionali

“Invertire l’ordine dei passaggi, cioè fare incontrare gli adolescenti bisognosi di accoglienza e gli adulti prima che questi abbiano esplicitato la loro disponibilità a fare l’affido. Detto così forse fa quasi inorridire un operatore sociale. Il punto però è che è l’incontro con questi ragazzi in carne e ossa che suscita la disponibilità all’affido, non il contrario.”
Questa frase, letta in un articolo pubblicato su Vita, ha fatto nascere una riflessione importante, valida non solo per l’affido, ma anche per l’Adozione Internazionale.

Una riflessione su Adozione e adolescenti

“Mi ha sorpreso vedere che finalmente qualcuno pensi di esplorare nuove vie, partendo dal bisogno dei ragazzi e dalla constatazione che è il rapporto in carne ed ossa, il nome e il volto del bambino/ragazzo a fare la differenza nell’accoglienza. Questo vale non solo nell’affido, ma anche nell’adozione.
Le coppie che danno disponibilità all’adozione lo fanno spesso avendo in mente la tipica categoria dei bambini “piccoli, bisognosi, teneri”. Anche quando le comunicazioni li descrivono macilenti, di colore, sporchi… quello che i futuri, possibili genitori hanno in mente è un loro bambino ideale, che quasi sempre coincide con un modello di bellezza universale, dal quale siamo tutti attratti.
Quando il bambino comincia ad avere un’età più avanzata, però, comincia a presentare delle caratteristiche che lo allontanano da quell’immaginario iniziale, e di conseguenza cominciano le prime distinzioni, le paure: per questo è necessario tutto il lavoro di formazione e preparazione che, come operatori dell’adozione internazionale, facciamo.
Di fronte ad abbinamenti di bambini grandi però, le resistenze si fanno di nuovo sentire e si aggiungono al fatto che, in questi casi, è anche corretto tenere in considerazione ciò che pensano i bambini stessi: prova ne sia che tanti casi di “sbinamento” sono determinati proprio dal loro desiderio di non proseguire. Tutto questo vale, a maggior ragione, per i bambini che presentano bisogni speciali.
Dato il panorama attuale dell’adozione, mi sento di ribadire ancora una volta la necessità di percorrere nuove strade: l’affido internazionale; i viaggi pre-adottivi; la pubblicazione delle storie dei ragazzini che aspettano di essere adottati con foto e/o video; la presa di coscienza delle disponibilità di tante coppie non sposate o di single…
Mi auguro che in tutte le sedi in cui ve ne sia la possibilità si cominci o si continui a parlare di ciò, anche con i Paesi esteri, che in qualche caso già lavorano in questo senso, ma con i quali ancora non si riesce a sviluppare un lavoro in sinergia.

Monica Colombo
staff Adozione Internazionale di Ai.Bi.

La proposta delle vacanze preadottive

Proprio nella direzione espressa dalla bella riflessione di Monica Colombo va il progetto CAI delle vacanze preadottive, presentato all’Autorità Centrale colombiana in occasione del recente incontro bilaterale tra CAI e ICBF tenutosi in occasione del seminario “Il Made in Italy dell’accoglienza. Affido internazionale, vacanze preadottive, Kafalah e… quali altre forme?”.
Si tratta di un sistema già in uso con diversi Paesi, per esempio gli Stati Uniti, che prevede di mandare alcuni bambini, opportunamente formati, a passare un mese circa di vacanza presso una famiglia, a suo volta precedentemente formata. Al termine di questo periodo, la famiglia può decidere se adottare il minore, andando incontro, tra l’altro, a una procedura più veloce, in quanto il periodo di affiatamento è già stato effettuato.

Chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul sistema delle vacanze preadottive può scrivere una mail a adozioni@aibi.it