adozione internazionale, a Bolzano è passato il Tour 2018 di Ai.Bi.

Adozione e psicologia. Il legame con un figlio adottivo è identico a quello con un figlio naturale?

Le riflessioni di Marcella Griva, psicologa e psicoterapeuta di Ai.Bi. – Amici dei Bambini

Divenire famiglia attraverso l’adozione è un cammino lungo e per nulla scontato, riconoscersi gli uni gli altri genitori e figli richiede tempo. All’inizio i bambini sono estranei, talvolta parlano un’altra lingua, hanno abitudini proprie dei contesti culturali e sociali in cui sono cresciuti, sono portatori di una storia e un’appartenenza diversa che riduce i punti di contatto rendendo il conoscersi un processo caratterizzato da oggettive difficoltà. I genitori provano emozioni contrastanti e la fatica legata al nuovo ruolo di madre e padre li destabilizza e disorienta attivando fragilità e vissuti di inadeguatezza.

L’incontro con il proprio figlio avviene se vi è la capacità di sintonizzarsi ad un livello emotivo profondo che permette di riconoscersi come portatori di una mancanza reciproca (legata per i genitori al vuoto generativo e per i figli al bisogno di avere una famiglia) che può essere sanata solo attraverso l’adozione e che rappresenta il primo passaggio verso la costruzione del legame e dell’appartenenza.

Adozione. Figlio adottivo e legame: la “percezione di famiglia”

La condivisione di abitudini, la comunicazione, la continuità nella presenza fisica ed emotiva attivano, poi, una “percezione di famiglia” che nutre la relazione rendendo saldo il legame.
Il processo di riconoscimento e costruzione dell’appartenenza familiare richiede tempo, un tempo indubbiamente più lungo e articolato per le famiglie adottive che devono fare i conti con le ferite lasciate dall’abbandono e i traumi dei propri bambini che influenzano l’attaccamento e la loro disponibilità alla relazione.

È attraverso la capacità dei genitori di dialogare sul passato e accogliere il bambino nella sua realtà che egli si sentirà compreso, aggettivo da intendersi nel significato più profondo che rimanda all’essere contenuto, capito, incluso e quindi al sentirsi appartenente.
Il legame con un figlio adottivo è quindi identico a quello con un figlio naturale?

No! Essere gli uni per gli altri genitori e figli è diverso nelle famiglie adottive rispetto alle famiglie biologiche perché diversa é la storia dei bambini e la qualità delle loro risposte relazionali che richiedono ai genitori “requisiti” specifici per promuovere fiducia, apertura, autostima, family membership.

L’amore? L’amore invece no … quello è uguale!

Marcella Griva

Psicologa e psicoterapeuta – Ai.Bi. – Amici dei Bambini