Adozione: “Ora sono guarito dalla malattia più grossa”

Da un tema in classe di un ragazzino di 12 anni, adottato 5 anni fa, emergono le paure e i ricordi del passato ma anche la gioia e la speranza del presente

Quali possono essere i pensieri di un bambino adottato e “catapultato” in una nuova famiglia proprio alla vigilia della pandemia? Una mamma adottiva ci ha inviato un componimento in classe svolto da suo figlio, adottato nel 2019 all’età di 7 anni, sul tema: “Cosa vi ricordate del periodo del Covid?“.

“Sono stato adottato poco prima del Covid.
Ho avuto la fortuna di essere accolto dalla mia mamma e il mio papà pochissimi mesi prima che scoppiasse il finimondo. Sapete quante volte, durante il Lockdown, ho pensato a come avrebbe potuto essere, per me, quel periodo, se fossi rimasto nella mia “creche” (orfanotrofio n.d.r.)

Tutti avevamo paura del Covid, ma io un po’ meno

La Pandemia l’ho passata chiuso in casa con i miei genitori… E devo dire che, egoisticamente, mi è piaciuto tanto!
Se ripenso a quattro anni fa, ricordo con grande emozione la scoperta della mia nuova casa, al sicuro della mia cameretta, sentendo ciò che accadeva nel mondo e vicino a noi.
Le informazioni che arrivavano erano dolorose, vivevamo tutti con la paura per ciò che stava succedendo. Non comprendevamo quella baraonda improvvisa, ma sentivo che ero in mani sicure e mi sentivo protetto!
Non solo!
Io ho un problema di salute: non è molto grave, ma da quando sono nato devo fare vari esami del sangue e periodici controlli.
Prima li facevo presso l’ospedale vicino alla creche, accompagnato dall’educatore di turno. Non ho mai avuto tanta paura, perché i medici tranquillizzavano il mio educatore che poi rassicurava me.
Ma ora tutto è diverso!

Ora al mio fianco ho i miei supereroi!

Adesso ho l’enorme fortuna di essere accompagnato da mamma e papà. Non solo: mi hanno ben spiegato – per la prima volta in modo completo – che cos’è la mia malattia, l’epatite: cosa succede, a cosa devo stare attento, come devo affrontare il mio futuro…
Sapete cosa significa? Significa che mi vogliono bene!
Sentire di essere curato dai genitori è una sensazione meravigliosa, perché so di non essere solo, di poter superare la malattia insieme a mamma e papà. Ogni giorno cercano di farmi vivere senza paure e mi proteggono da tutto: non mi spaventa più la mia malattia, perché Il dottore che mi visita sempre mi ha fatto sapere che sto proprio bene e che, se farò attenzione, non mi succederà mai nulla.
Oggi non ho più paura della malattia, né di rimanere solo, preché so di essere guarito, grazie ai miei supereroi, dalla malattia più grossa… essere un bambino abbandonato!”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it. Per vedere tutti gli appelli attualmente pubblicati si può andare alla pagina dedicata al progetto “Figli in attesa”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati