Adozione Internazionale. 1792 giorni, cioè 11 mesi e 2 giorni di attesa… e poi “ci sono entrata in quella foto”

Il racconto di una coppia adottiva del tempo trascorso prima di abbracciare il proprio bambino, dall’altra parte del mondo. Un’esplosione di sensazioni

“Capita che sfiori la vita di qualcuno, ti innamori e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo, convivere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi nello sguardo dell’altro, sentire che non ne puoi più fare a meno… e cosa importa se per avere tutto questo devi aspettare ‘quattro anni, undici mesi e sette giorni’, notti comprese?“. Così scriveva Gabriel Garcia Marquez ne “L’amore ai tempi del colera”. Un romanzo che, dati i tempi di pandemia che viviamo, risulta essere più che mai attuale. A queste parole dello scrittore colombiano riporta la storia raccontata da una coppia di genitori che hanno percorso l’iter della adozione internazionale e che, in termini simili, hanno voluto descrivere, in una lettera inviata allo staff di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, l’attesa per abbracciare il proprio figlio. Attesa terminata quando la coppia ha ricevuto il “semaforo verde” per partire e incontrarlo, in Sud America.

Adozione internazionale e attesa: la lettera della coppia

“1792 giorni fa – ha scritto la “lei” della coppia alla vigilia della partenza – o se preferite 256 settimane… pari a quattro anni, 11 mesi e 2 giorni, io e mio marito abbiamo fatto un viaggio, uno dei tanti grazie ai quali oggi siamo qui a scrivere della nostra gioia… Era un giovedì di dicembre, avevamo appena festeggiato il nostro terzo anniversario di nozze ed abbiamo consegnato i primi documenti al Tribunale dei Minori di Venezia: il viaggio che ci avrebbe portato a conoscere David Francisco è iniziato così!!!!! In questi 1792 giorni abbiamo vissuto momenti bellissimi ed altri che hanno appesantito il cuore, ma che siamo riusciti a superare, sempre insieme, sempre uniti. Sapevamo che in qualche angolo di mondo c’era un bimbo che aspettava proprio noi per assaporare la dolcezza dell’essere figlio amato e desiderato e per regalarci la gioia grande di essere genitori. Altre mamme adottive mi hanno detto: ‘Quando vedrai tuo figlio capirai che poteva essere solo lui’. Ho sempre pensato lo dicessero per aiutarmi a sopportare il passare del tempo…. lento ed infinito…. oggi ho capito che non c’e’ affermazione più vera. Ho visto mio figlio in videochiamata su Skype e ho capito che poteva essere solo lui a regalarmi la gioia di sentirmi chiamare ‘mamma’”.

“La foto di Francisco – continua – troneggia in salotto dall’estate 2019, quando abbiamo finalmente ricevuto quello che nel linguaggio tecnico delle adozioni si chiama ‘abbinamento’… Ci sono entrata in quella foto, la porto sempre con me e ho amato mio figlio dal primo momento in cui l’ho visto. Ma oggi è stato diverso: oggi abbiamo parlato insieme. Oggi, quando qualcuno gli ha chiesto con chi stesse parlando, lui ha risposto: ‘Con mamma e papà’….. E allora hanno un senso anche 1792 giorni passati ad aspettare…. perche’ se ce l’hai fatta tu ad aspettare mamma e papà, caro Francisco, allora tutto questo ha davvero un senso e io sono felice di essere la tua mamma, amore mio!!!”