Adozione Internazionale. Cosa significa diventare mamma e papà, in pochi attimi, di una bambina di 8 anni? 

“Poi è stata una fatica nella fatica, perché abbiamo trascorso sei mesi senza sapere nulla o quasi dal Paese, se non che era stato realizzato l’abbinamento con Ana. E che ci stava aspettando”.

Cosa significa diventare mamma e papà, in pochi attimi, di una bambina di 8 anni? Per di più cresciuta dall’altro capo del mondo? Possono raccontarlo senz’altro Claudia e Stefano, genitori di Ana, che hanno sperimentato non solo l’adozione di una bambina grandicella ma anche il viaggio e il primo incontro con loro figlia in uno dei periodi più difficili a causa della pandemia da Covid-19.

Rientrati a fine novembre dell’anno scorso, oggi la nuova famiglia sta ancora vivendo gli inevitabili assestamenti che ogni adozione richiede. Ma ascoltando parlare mamma e papà si comprende come tutto questo stia avvenendo naturalmente da un lato, e con grande delicatezza, dall’altro, grazie alla preparazione della famiglia.

Del resto dai giorni del mandato ad Ai.Bi. nel 2016 e dell’idoneità, arrivata in precedenza, del tempo è passato.

Il tempo dell’attesa è stato lunghissimo…ma ecco che è arrivata la proposta!

Il tempo di attesa è stato lunghissimo per noi! – esclamano Claudia e Stefano – si sono accumulati tempi tecnici, problemi vari in Perù, tra cui il blocco delle adozioni per un anno così che ai due anni previsti se ne sono aggiunti altri due. E poi, è arrivato il Coronavirus: eppure, quando pensavamo che tutto ormai si fosse fermato, ecco che arriva la  proposta di adozione!” 

 Era il maggio 2019 quando arrivò dagli uffici Ai.Bi. di Melegnano la telefonata più attesa da tutti i neogenitori: “Non ce lo aspettavamo davvero….ma per noi è stato un immediato sì. Poi è stata una fatica nella fatica, perché abbiamo trascorso sei mesi senza sapere nulla o quasi dal Paese se non che era stato realizzato l’abbinamento con Ana. E che ci stava aspettando”.

Così nel frattempo Claudia e Stefano si sono inventati occasioni di contatto: un video per mostrare alla bambina la casa che l’avrebbe accolta e un album di foto. 

Arriva infine il giorno della partenza per Lima, a ottobre dell’anno scorso, appena riaprirono i voli dopo il blocco causato dalla pandemia.

 “Abbiamo incontrato e portato con noi Ana subito dopo due giorni, per un cambio delle procedure adottive – spiegano i genitori – così che in poco più di 24 ore siamo diventati, in concreto, mamma e papà di una bambina di 8 anni, cresciuta quasi sempre in istituto.” 

 Un salto nel buio per tutti, nell’alloggio temporaneo di Lima: per Claudia e Stefano, che senza passaggi intermedi se non di poppate nemmeno di passeggino, si sono ritrovati genitori di una bambina autonoma e indipendente, consuma storia tutta sua, da rispettare; per Ana, che pur nella mancanza delle relazioni fondamentali, era da tempo abituata a una vita costruita intorno a sé e ai suoi ritmi. Come se bastasse a sé stessa.

E’ stata una scoperta quotidiana e ancora oggi è il caso di dire che ciascuno stia abituandosi all’altro e a tutti noi insieme  – dice il papà – Ana è autonoma ma non abbiamo alternativa che darle il tempo perché possa fidarsi della famiglia e del nostro amore per lei”. E che si riprenda un po’ della sua infanzia.

Claudia e Stefano sono soddisfatti della loro permanenza in Perù, circa un mese in cui “abbiamo perfino vissuto l’esperienza di disordini e manifestazioni di piazza a seguito di un colpo di Stato. Siamo stati costretti a limitare gli spostamenti, a confinarci in casa”.

Fondamentale è stata quindi l’assistenza in loco del personale di Amici dei Bambini: “Siamo stati ben seguiti e accompagnati, non abbiamo mai avuto la sensazione di essere abbandonati – interviene la mamma – La referente di Ai.Bi. si comportava con noi come una persona di famiglia”.

Ana è una bambina chiacchierona e vivacissima

Ana era stata preparata all’incontro con la sua famiglia: è una bambina con palatoschisi e labbro leporino, già operata in Perù, e più avanti avrà bisogno di qualche intervento di perfezionamento. Da quanto si percepisce nel corso dell’intervista con i genitori, è una bambina chiacchierona e vivacissima.

Non c’è dubbio che sia un peperino! – ammette il papà tutto orgoglioso – Quando siamo entrati in istituto avevamo subito capito che era stato fatto un lavoro preparatorio con lei: ci aspettava, aveva visto foto e video che le avevamo inviato – dicono – Per parte nostra non abbiamo recuperato in istituto informazioni ulteriori su Ana: credo sia per mancanza di risorse e mezzi, poche le informazioni anche sul suo percorso scolastico. In ogni caso poco importava, eravamo con nostra figlia e questo bastava”.

Ora Ana è stata inserita in seconda elementare, per consentirle di imparare l’italiano e inserirsi con i compagni.

 Le limitazioni della pandemia non sono certo di aiuto, ma il lavoro dei genitori è tutt’ora concentrato sulla relazione da costruire con lei.

E’ curiosa, iperattiva e ogni tanto un po’ capricciosa. Ci mette alla prova tutte le sere – dice la mamma – Vuole star vigile, non perdersi un dettaglio, è ancora un po’ diffidente e lo comprendiamo. Reagisce ancora in modo molto fisico a tutte le situazioni: deve ancora imparare a calibrare gli abbracci con le reazioni di impulso. Occorre far dei bei respironi e ricominciare”. E come ben descrive la mamma, Ana “sta entrando nel mondo con i sensi, quindi  si appropria di tutto”

Il papà nel frattempo è tornato al lavoro, la mamma ha ancora qualche tempo di maternità da spendere prima di rientrare al suo impiego quindi qualche distacco emotivo per Ana ci sarà. Per fortuna c’è una nonna vicina pronta a dare una mano, altri due nonni e vari cuginetti che non vedono l’ora di coccolarsela.