Adozione Internazionale e Coronavirus. Per i tribunali dei minorenni inizia la Fase 3. Sperando sia migliore delle precedenti…

L’inchiesta: durante l’emergenza sanitaria l’Italia non ha brillato, dimostrando di non essere all’avanguardia

L’emergenza Coronavirus, in Italia, entra nella Fase 3. Quella, cioè, delle ampie riaperture. Il periodo compreso tra i mesi di febbraio e giugno 2020 passerà alla storia per il lungo lockdown totale (quasi due mesi) che ha messo a dura prova, tra le altre cose, anche il già provato settore della Adozione Internazionale. Tra le realtà costrette a rallentare la propria operatività, infatti, ci sono stati anche i tribunali dei minorenni.

Come hanno lavorato in questo periodo? Dalla fine di febbraio a tutto questo mese di maggio, i telefoni “a distanza” degli operatori e il sito web di un ente autorizzato come Ai.Bi. – Amici dei Bambini hanno raccolto numerose domande di aspiranti famiglie adottive che chiedevano come muoversi in questo particolare periodo, dove tutto sembrava essere sospeso e il tempo non avere più significato, per poter comunque non perdere la speranza di continuare a progredire nel loro cammino verso una possibile idoneità all’adozione.

Adozione Internazionale e Coronavirus: un monitoraggio sui tribunali

Gli addetti si sono trovati in grosse difficoltà, non sapendo come rispondere e non avendo una fotografia di quello che avveniva in tutte le regioni. Da qui è nata l’idea di attivare tutte le sedi Ai.Bi. sul territorio italiano per poter avere un quadro della situazione e poter così rispondere alle domande. Ebbene, purtroppo, i riscontri non sono stati positivi. Solo 19 tribunali per i minorenni su 29, infatti, hanno mostrato di avere la modulistica necessaria per depositare l’istanza di disponibilità direttamente scaricabile dal loro sito istituzionale. Solo 18 tribunali, inoltre, hanno mostrato di accettare il deposito della disponibilità durante il periodo di “stallo”, mentre tre (Roma, Palermo e Caltanissetta) hanno dichiarato di non accettarlo e altri otto, addirittura, non sono stati raggiungibili telefonicamente.

Tra i tribunali che accettano il deposito dell’istanza ve ne sono, purtroppo, alcuni che poi non danno seguito all’istruttoria. Tra questi Genova, Bologna, Firenze, Trento, Bolzano e Perugia. Per quanto riguarda i Servizi del territorio la situazione è ancor più confusa, molto dipende dai singoli territori, non vi è una voce univoca ed ancor più difficile è avere informazioni. In generale, comunque, sono assai di più le realtà in cui non si è lavorato sulle pratiche di adozione, rispetto a quelle in cui si è dato seguito alle richieste.

Insomma l’Italia non ha certamente brillato in questa situazione dimostrando di non essere all’avanguardia nella sperimentazione e nell’attuazione di nuovi sistemi di comunicazione e confronto, al contrario di alcuni Paesi di provenienza dei minori che hanno messo in campo, nonostante tutte le difficoltà, ogni mezzo possibile per aiutare le coppie che si trovavano all’estero.

Speriamo tutti che la situazione si normalizzi al più presto e che il percorso di tutte le coppie non diventi ancor più lungo e complesso di quanto già lo sia normalmente.