Adozione Internazionale. “… e finalmente appare lei, la figlia tanto desiderata 

“La sua storia è dolore, ingiustizia, diritti violati, esistenza calpestata e tradita. Non guardo più alla mia sofferenza, ma mi riprometto di essere il suo sollievo; non lei il mio cerotto, io la sua cicatrice”

La vita è una sorpresa, una continua rivelazione e per chi, come me, caratterialmente voleva avere tutto sotto controllo, invece appare come una catastrofe, o uno scherzo del destino che, beffardo, si accanisce contro i miei desideri, i miei piani, quelle che reputavo essere certezze e si sono rivelati sogni infranti… o forse no.

Le premesse erano ottime

Sono una persona pacata e studiosa. Ho completato il mio ciclo di studi brillantemente e ho trovato subito lavoro. Un compagno dai primi esami universitari. Un matrimonio: sembrava felice e invece mi sono ritrovata con un tradimento alle spalle e la coppia che scoppia.
Sola, con fatica ricostruisco la mia vita. Due lutti in famiglia che mi lacerano in breve tempo, l’uno dall’altro, l’uno peggio dell’altro. Momenti di difficoltà lavorativa, un trasferimento. Ricomincio con grinta perché non ci si arrende, anche se con gran fatica!
Conosco un uomo meraviglioso, separato e con figlia grande. Attendiamo il tempo necessario per il divorzio e nel frattempo capiamo che non possiamo avere figli nostri, ennesimo colpo sulle mie spalle. Ulteriore dolore da sopportare. Inizio a vacillare. Dopo tanta pena, non posso neanche godere di un figlio mio? Non posso diventare mamma? Piango tanto. Quanto piango! Piango e prego, piango e spero.
Pronta ad un’invasione delle cavallette, vedo solo il bicchiere mezzo vuoto e mi convinco che la vita sia solo tormento.

L’adozione entra nella mia vita e porta luce

Poi la svolta, incontriamo l’adozione, per caso, qualcuno a noi vicino ce ne parla. Era una possibilità remota, ma col tempo diventa una scelta consapevole e la strada desiderata.
Certo anche qui non tutto in discesa: tempi lunghi delle istituzioni, trattati da numeri, quando invece da questo iter dipende tanto, tutto, la nostra vita. Ricevuta l’idoneità il sentiero impervio diventa una via larga, panoramica.
….e finalmente appare lei, la figlia tanto desiderata, così tanto voluta, da non avere memoria da quanto la cerco.
La sua storia è dolore, ingiustizia, diritti violati, esistenza calpestata e tradita.
Non guardo più alla mia sofferenza, ma mi riprometto di essere il suo sollievo; non lei il mio cerotto, io la sua cicatrice.
Mi sembra di aver provato tutto il male del mondo nei miei ultimi dieci anni, ma sono nulla, se penso alla sua intera vita, dieci anni in tutto, dieci anni appena.
Dieci anni: da sola da quando ne aveva tre, rimbalzata da una soluzione all’altra (non affido, non famiglie, li posso definire “luoghi temporanei” senza affetto, senza progetti definitivi).
Quindi “subisce” dei tentativi vani di ripresa della madre, che alla fine decide per sé e il proprio bene, scappando lontana, il resto non conta.
Poi qualche parente che cerca di fare un passo avanti, ma dopo anni, ne fa improvvisamente tanti indietro e svanisce.
Ecco questa decenne, sola, di nuovo.
Finalmente un’istituzione (non quella che con me ha tergiversato) con lei si impegna, fa giustizia e, in tempi rapidi, la rende figlia mia. Mia figlia, che ora amo alla follia e che non dovrà mai piangere, mai provare dolore, mai sentirsi male come è accaduto nei suoi primi dieci anni di vita.
Ma lei è forte e il suo sorriso, nei nostri confronti, ci racconta quanto veda la vita con ottimismo, dai suoi dieci anni, per il resto della vita.

(Camilla)

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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