Adozione Internazionale. “Come staranno i miei fratelli lasciati in Cile?”

“Senza possibilità di dare risposte certe, abbiamo trovato il modo di mandare un messaggio ai fratelli lontani e introvabili, durante un momento intimo di famiglia.” Leggi il commovente racconto di Sabrina

Quando ci ha chiesto dei fratelli, siamo rimasti basiti. Era da anni che non ci chiedeva di loro, della madre, del Cile, della sua storia.
Fin dai primi tempi non ha mai dato granché peso alle sue origini: la sua storia non è mai stata un tabù e ha sempre riportato qualche episodio, stralci di racconti di sé da piccolo, ricordi del tempo trascorso coi fratelli e brevi flash anche dei genitori.
Noi, in ascolto, abbiamo raccolto quanto ha voluto condividere.

Quel che resta di una famiglia

Sappiamo molto della sua storia (è tutto scritto) e dei tentativi per recuperare quei brandelli di genitori e il resto della famiglia che, i servizi di tutela, hanno cercato di riunire.
Ma l’incuria e le negligenze rilevate, anche durante il percorso di recupero delle residue capacità genitoriali, hanno determinato l’impossibilità di recupero e si è deciso di rescindere i legami primari.

La vita scorre e i ricordi riaffiorano

La nostra psicologa, che ci ha accompagnati in questi anni, ha suggerito di tenere sempre uno spiraglio aperto, per qualsiasi evenienza, fosse anche una possibile riunificazione sul piano simbolico, solo per fare pace con le proprie origini e continuare una storia di crescita tutta sua, con “in parallelo” delle figure inesistenti, ma con cui fare i conti, prima o poi.
Il momento è arrivato, senza preavviso, a seguito di alcune esperienze durante un periodo complesso e di nuove amicizie, che gli hanno fatto capire che serviva scoperchiare certe scatole che parevano ermeticamente chiuse da tempo. Ma non lo erano.

Contenitori di ricordi

Come quei cofanetti di latta dei biscotti, appartenuti alle nostre nonne, che raccolgono vecchi bottoni di qualche camicia ormai inutilizzabile, o conservano pizzi e ricami che non si ha avuto cuore di gettare. Contenitori di piccoli tesori, che vogliono tenere per un tempo che sarà… se servirà.
La voglia di ritrovare i fratelli, una volta così vicini, ora quasi estranei, ha portato nostro figlio a riappropriarsi dei ricordi, che lui stesso credeva perduti e ha deciso di riaprire il minuscolo forziere del passato, per riattivare quei legami e riconoscersi fraterni, coltivando una nuova comunicazione.
Purtroppo nulla si può fare, non avendo informazioni di nessun tipo sui fratelli adottati all’estero e di cui non si aveva traccia nemmeno al momento della nostra adozione.

Messaggi nel vento

Non potendo fare di meglio, al suo fianco, un po’ partecipi, in parte spettatori, ma con lui sempre, abbiamo deciso che di trovare un modo “per parlare” del suo sentimento verso questi fratelli introvabili e dare senso a quel legame spezzato.
Il consiglio della psicologa non poteva essere più utile. Abbiamo optato per un’esperienza di famiglia: ciascuno di noi avrebbe scritto su un fogliettino un pensiero da destinare a chi avremmo voluto e scelto un luogo dove farlo volare in cielo, lontano grazie a dei palloncini.
Così, la mattina del 31 dicembre, in una giornata fredda e ventosa, ci siamo recati al mare. Ciascuno col suo palloncino colorato in mano e il biglietto appeso a un filo. Abbiamo letto ad alta voce i nostri pensieri e poi VIA!
Li abbiamo visti in volo diventare sempre più piccoli con la consapevolezza che non sarebbero mai arrivati a destinazione, ma per noi era importante dare voce ai nostri sentimenti verso qualcuno che, anche se lontano, è parte di noi.

(Sabrina)

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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