Adozione Internazionale. Giorgio, arrivato dalla Cina, dopo un mese parlava già solo in italiano!

La storia di un bambino e della sua rapida ambientazione: la lingua madre rimossa e il rapporto con il fratello Giacomo

Il primo anno dopo l’adozione in Cina è stato impegnativo, anche se come genitori Carlo e Stefania erano già rodati. Giorgio, oggi 7 anni e mezzo, è entrato in famiglia un anno fa, accolto da mamma papà e dal fratello Giacomo, 10 anni. Si sono incontrati l’estate scorsa: sembrano lontani i giorni in cui i due fratelli si videro la prima volta, timidi e un po’ imbarazzati, sciogliersi dopo pochi attimi giocando con le macchinine.

Adozione in Cina. Quando il bambino sperimenta l’essere figlio

“Non si è mai abbastanza preparati – dicono mamma e papà, seguiti dalla sede di Ai.Bi. – Amici dei Bambini di Firenze, a proposito dell’iter di adozione – Per quanto si abbia già sperimentato molto con la genitorialità naturale, accogliere un figlio con l’adozione è una realtà completamente diversa: ci siamo tutti trovati di fronte a un bambino che non sapeva neanche chi fossero mamma e papà, cosa significasse una famiglia”. Tutto ciò che è dato per scontato e acquisito, per Giorgio non lo era affatto. E nel corso di questo anno trascorso assieme, dal luglio del 2019, il bambino ha sperimentato l’essere diventato figlio.

“Giorgio è sempre stato un bambino sereno, nel complesso – racconta la mamma – sia nei giorni trascorsi in Cina che al rientro a casa. Siamo rimasti colpiti, quando siamo atterrati a Pisa dopo un viaggio lunghissimo, dal fatto che fosse a suo agio: si è addormentato in auto e ha dormito bene la prima notte a casa. E al mattino non ha fatto una piega: si è alzato, si è messo a giocare e a esplorare la nuova cameretta”.

Adozione in Cina. La capacità di adattamento una caratteristica del bambino adottivo

La capacità di adattamento, anche immediata, è una delle caratteristiche dei bambini arrivati in adozione, proprio in ragione del loro vissuto e della capacità di sopravvivenza anche in situazioni ben più difficili o dolorose. Nel caso di Giorgio, la voglia di essere accolto e amato si è manifestata in vari modi, anche nell’aver chiuso immediatamente con il cinese. “Ah è stato incredibile – concordano i genitori – già in Cina comprendeva l’italiano e una volta arrivati a casa, alle domande rispondeva in italiano e dopo un mese aveva già rimosso la sua lingua madre”.

La gioia di aver incontrato un fratello ha permesso a Giorgio di sciogliere in breve tempo i vincoli che il cinese poteva imporre : “Tra loro due c’è un rapporto quasi di osmosi, il piccolo imita e segue il grande – dice il papà –  a ogni proposta di Giacomo, Giorgio risponde: ‘Ottima idea!’ e quindi il grande si sente lusingato. Oggi possiamo dire che ci sia un rapporto tipico tra maschi, con dinamiche normali come per molti fratelli”.

Dinamiche che si sono instaurate nel tempo con naturalezza e qualche complessità, come può esserlo un rapporto che nasce da un giorno all’altro, in condizioni tutte particolari: sia Giacomo che Giorgio si sono conosciuti grandicelli, ciascuno con il proprio vissuto e le proprie aspettative. Condizioni che avevano preoccupato i Servizi sociali durante l’iter adottivo, ricordano i genitori: “A noi è stato richiesto un supplemento di istruttoria, in parte perché Giacomo era già grande, in parte perché necessita di alcune attenzioni in più da parte nostra per un bisogno cognitivo e si temeva che le attenzioni e i bisogni di un altro figlio avrebbero potuto minacciare l’equilibrio familiare”. Fortunatamente le perplessità si sono dissolte ed è arrivata l’idoneità all’adozione.

Fortunatamente per entrambi i bambini è stata una gioia scoprirsi fratelli. La sera Giorgio e Giacomo preferiscono i giochi di società con i genitori invece della tv: partite all’ultimo sangue fino al momento di andare assieme a dormire, nella stanza dove li attende un letto a castello. Spesso un divertimento, ogni tanto occasione di bisticci come per tutti i fratelli perché Jacopo sta sperimentando, accanto a un po’ di normale gelosia, cosa voglia dire avere un fratello e condividere tutto con lui, in primis la cameretta che per molti anni è stata suo regno incondizionato.

“All’inizio pensavamo di far dormire Giorgio in basso temendo potesse essere spaventato o cadere – dice la mamma – invece abbiamo poi scoperto dai suoi racconti che anche in Cina, nella casa famiglia in cui era ospitato gli ultimi tempi, dormiva in un letto a castello. Oggi è lui che vuole dormire al piano alto”.

Adozione in Cina: quei tuffi in piscina fin dal primo momento

Il nuovo arrivato non conosceva né il mare né il divertimento in acqua, eppure si è sempre buttato senza paura, fin dai primi tuffi in piscina in Cina. “Ora che siamo tornati ad uscire, siamo fortunati perché abitando in un posto di mare possiamo andare in spiaggia. Giorgio ama molto giocare con la sabbia e sperimentare tutti i giochi che prevedano manualità, come le costruzioni e i mattoncini Lego – racconta Stefania – Attendiamo settembre, speriamo, per poter iniziare la scuola: sarei stata contenta se avesse potuto frequentare qualche mese di asilo ma con il Covid non siamo riusciti”.

Giacomo e Giorgio frequenteranno lo stesso istituto in quarta e prima elementare: ogni mattina prenderanno il pulmino insieme e già ci sembra di scorgere il piccolo seguire a ruota il fratellone apostrofandolo con: “Ottima idea!”.