Adozione internazionale. Griffini (Ai.Bi.): “I fondi c’erano, ma non li hanno spesi”

Il presidente di Amici dei Bambini commenta i dati emersi dal Secondo monitoraggio delle risorse nazionali dedicate all’infanzia e all’adolescenza nel bilancio dello Stato 2012-2018. “Scandaloso, l’adozione avrebbe avuto bisogno di rilancio e invece non sono stati investiti neanche i fondi che già c’erano”

“Lamentiamo spesso la mancanza di stanziamenti per le adozioni internazionali, un settore che avrebbe bisogno di un rilancio. Poi si viene a scoprire che i fondi ci sono ma non vengono impiegati. Questo è scandaloso”. Lo dichiara il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione nata oltre trent’anni fa da un movimento di famiglie adottive e affidatarie la cui mission principale è il contrasto all’abbandono minorile, Marco Griffini, commentando i dati emersi dal Secondo monitoraggio delle risorse nazionali dedicate all’infanzia e all’adolescenza nel bilancio dello Stato 2012-2018 (vedere in particolare tabelle n.38 e 39).

I dati relativi al Fondo per il sostegno alle adozioni internazionali, per gli anni 2012-2018, mostrano chiaramente come lo stanziamento definitivo e complessivo non sia poi stato effettivamente e pienamente impiegato. Stanziamento che, nel 2017, era pari a 19.958.742 euro, a fronte di un impegno finale di spesa pari a 10.362.444 euro.

Anche per quanto riguarda i dati relativi ai fondi per la “Tutela dei minori e alla cooperazione in materia di adozione internazionale”, sempre per gli anni 2012-2018, le cifre raccontano una realtà similare: con 17,6 milioni stanziati e nessuna spesa nel 2016 e 19,2 milioni nel 2017, con soli 520.795 euro spesi.

“Non è possibile – prosegue Griffini – che a fronte della situazione difficile dell’adozione internazionale, con un calo nelle pratiche adottive concluse del 75% nell’ultimo decennio, si presentino questi dati. Questo significa che gli esecutivi che si sono alternati alla guida del Paese non hanno considerato l’adozione internazionale come un tema prioritario. Auspichiamo, dato l’interesse mostrato dal ministro Elena Bonetti, che si voglia finalmente cambiare registro, considerando sia l’elevato valore morale dell’adozione, che sana quella che è l’ingiustizia più grande al mondo, la mancanza di una famiglia, sia il supporto che questa può dare nel contrastare il tracollo demografico del nostro Paese”.