Adozione internazionale. I decreti di idoneità inutili: manca il coraggio di dire la verità

Vediamo coppie di ultra cinquantenni ricevere decreti per minori che non hanno ancora compiuto 8 anni di età al momento dell’abbinamento, non permettendo così a nessun ente di accoglierle…

Troppo frequentemente assistiamo a decreti di idoneità per l’adozione internazionale che risultano non spendibili all’estero.

i vincoli indicati nel decreto non permettono alle Autorità straniere di accogliere le disponibilità che numerose coppie possono offrire; sia che si tratti di limitazioni sull’età del bambino o che si tratti di stabilire fino a che punto possa avere problematiche sanitarie, riesce veramente difficile comprendere  da dove queste scelte scaturiscano.

Se sono l’esito dei desideri delle coppie, bisognerebbe avere il coraggio di dichiararle non idonee, visto che anche la normativa vigente specifica chiaramente che le indicazioni contenute in un decreto servono al miglior incontro tra il minore e la coppia, e che sia giusto sottolineare particolari disponibilità della coppia in termini di maggior accoglienza, non i termini limitativi sul minore.

Se invece quanto contenuto nel decreto è frutto di una valutazione del giudice che ha ricevuto la relazione dei servizi territoriali e incontrato in un colloquio la coppia, c’è da chiedersi perché concedere da parte del Tribunale dei Minorenni l’idoneità, ben conoscendo, si spera, la situazione dei minori adottabili nei vari Paesi?

Differenze di età impossibili e richieste sanitarie inaccettabili…

Vediamo coppie di ultra cinquantenni ricevere decreti per minori che non devono avere ancora compiuto 8 anni di età al momento dell’abbinamento, non permettendo così a nessun ente di accoglierle. Una forbice, magari di pochi mesi rispetto alla differenza di età massima di 45 anni, risulta essere praticamente inaccettabile da qualsiasi Paese. 

Oppure decreti che indicano prescrizioni circa le condizioni sanitarie del minore, quali problemi sanitari del tutto lievi e assolutamente reversibili o che addirittura prevedono il futuro del bambino adottato: “il minore non deve avere durante la crescita problemi che ne potrebbero comprometterne un autonomo sviluppo”.

Chi può avere una sfera di cristallo per prevedere che non ci saranno problemi in seguito?

Quale ente potrebbe mai accettare un simile incarico, mettendo nero su bianco queste assurde prescrizioni indicate nel decreto di idoneità? 

Già vediamo decine di avvocati “sfregarsi le mani dalla contentezza” in attesa di future lucrose cause per risarcimento danni…

È più che mai necessario confrontarsi con chi ha l’onere di deliberare per evitare che continuino ad essere emessi decreti illusori che non potranno poi essere attivati.

Ma quello che in particolare risulta incomprensibile è la motivazione, che fa si che tanti bambini, magari solo un po’ più grandi o con qualche problema più significativo non possano sperare di diventare figli ed avere una famiglia che li ami.

Se l’Italia, rimasta ormai -insieme al piccolo Belgio- l’unico Paese europeo ad avere una idoneità giudiziaria, vorrà manterrà questo “primato”, che lo sia almeno a favore dei bambini abbandonati, specialmente quelli che hanno più urgente bisogno di essere accolti da una famiglia.