Adozione internazionale. “La casa di mamma e papà? Vado a controllare che sia tutto come in foto”

La storia del piccolo Juanito e della sua adozione. “La referente Ai.Bi. in Colombia non ci ha mai lasciati soli”

Di corsa è andato incontro ai genitori come un vero eroe, percorrendo un corridoio, lungo il quale erano schierati operatori, educatori, psicologi del centro che lo avevano accolto. E così Juanito, felice e applaudito da tutti – perché adesso sì che, grazie all’adozione internazionale, era diventato figlio – ha preso la rincorsa per abbracciare mamma e papà che, possiamo immaginare, non si reggevano in piedi. Quel giorno di novembre a Bogotà per Antonella e Riccardo, accompagnati all’adozione dalle sedi Ai.Bi. – Amici dei Bambini di Mestre e Pordenone, resterà indelebile nella memoria e nel cuore, così come per il loro figlio di nove anni, preparato a quel momento con grande cura e attenzione.

Adozione Internazionale: Juanito è arrivato da mamma e papà sicuro, con un mazzo di fiori

“Juanito è arrivato verso di noi sicuro, da solo, con un mazzo i fiori per la mamma, un album da disegno e le foto della della vita passata raccolte in un dossier – ricorda Riccardo – Noi eravamo storditi dalla gioia, l’atmosfera era così festosa…!”. La festa infatti è proseguita senza sosta: ai primi incontri formali con l’équipe locale, tutti hanno voluto fare festa alla nuova famiglia che poi è proseguita anche in hotel. “La referente Ai.Bi. in Colombia non ci ha mai lasciati soli – dicono i genitori – era sempre con noi, ci ha sempre sostenuto, ci ha aiutato anche ad allestire la festa in albergo per dare il benvenuto a nostro figlio”.

Juanito, come molti bambini con bisogni speciali, perché grandicelli, ha un passato non semplice con cui fare i conti. “Ha esperienza di alcune famiglie sostitute e prima ancora di vita completamente da solo – racconta Antonella – ma vediamo già in questi primi mesi quanto sia capace di amare”. Un bambino, insomma, che non aveva perduto la speranza di trovare una famiglia. “Nostro figlio è stato preparato molto bene all’accoglienza in una nuova famiglia – aggiunge Riccardo – Inoltre siamo stati agevolati dal fatto che, nel periodo di passaggio prima del nostro arrivo, Juanito viveva con la famiglia del presidente della Fondazione, il centro che si prende cura di un numero limitato bambini orfani. E’ stato accudito e accompagnato nel migliore dei modi fino al nostro arrivo”.

Adozione Internazionale: il primo contatto con mamma e papà attraverso un album fotografico

Il primo contatto tra Juanito e i genitori era avvenuto attraverso un album fotografico inviato dall’Italia a Bogotà dove erano state inserite immagini della casa, del quartiere e della famiglia. “Siamo riusciti anche a conoscerlo tramite Skype – dicono i genitori – e ogni tanto ricevevamo a nostra volta qualche foto o messaggio: il suo travestimento ad Halloween, un momento di festa oppure quando usciva dal centro per qualche gita o commissione”.

Una volta arrivati a casa, due giorni prima di Natale, Juanito si ricordava tutto quello che aveva conosciuto a distanza: “Quando è entrato in casa ha detto: ‘Vado a controllare che sia tutto come in foto! – ride la mamma – E’ un bambino molto vivace, pieno di energia ….non si scaricano mai le pile!”. Oggi Juanito come tutti i bambini non può andare a scuola: “Avevamo appena iniziato un inserimento ‘soft’ in seconda elementare anche perché sentiva il bisogno di farsi nuovi amici – dicono i genitori – Ne approfitteremo per imparare bene l’italiano, visto che il bambino ancora parla lo spagnolo e per svolgere qualche compito”.

L’adattamento sta proseguendo, lentamente, ma ogni giorno è una conquista. “All’inizio , essendo abituato a mangiare sempre le stesse cose, Juanito non voleva assaggiare nulla, era legato ai suoi sapori. Oggi il ragù è la sua passione!”.