Tornano a crescere i numeri dell'adozione internazionale in Toscana, dati 2016 su 2015

Adozione internazionale. Dopo l’affaire-Kirghizistan la richiesta di un fondo di garanzia per le famiglie nell’interrogazione parlamentare dell’on. Lia Quartapelle

Chiesto all’esecutivo “se non ritenga opportuno promuovere la costituzione presso la CAI di un fondo di garanzia che possa tutelare le aspiranti famiglie adottive da danni morali e materiali, nonché l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria per gli enti autorizzati”. Accanto al provvedimento, anche la domanda di iniziative volte a una maggior attenzione, “perché la Commissione per le adozioni internazionali possa esercitare una vigilanza compiuta ed efficace”

Tornano a crescere i numeri dell'adozione internazionale in Toscana, dati 2016 su 2015Dopo la vicenda delle adozioni-truffa in Kirghizistan, per le quali sono ancora in corso i processi civile (a Roma) e penale (a Savona), che vedono coinvolti in primo piano alcuni esponenti dell’associazione Onlus ‘Airone’ di Albenga, c’è chi vuole correre ai ripari, per evitare il ripetersi di simili vicende, che hanno contribuito grandemente agli occhi dell’opinione pubblica, a screditare (ingiustamente) l’intero sistema delle adozioni internazionali, in un quinquennio ‘horribilis’ soprattutto per quanto riguarda i numeri e la fiducia percepita dalle coppie verso questo immenso atto di giustizia e di amore nei riguardi dei bambini senza famiglia del mondo.

Con un’interrogazione parlamentare, l’on. Lia Quartapelle ha chiesto al Governo informazioni sulle iniziative da adottare “perché la Commissione per le adozioni internazionali possa esercitare una vigilanza compiuta ed efficace“, in modo da prevenire il ripetersi di situazioni analoghe a quelle verificatesi in Kirghizistan e “se non ritenga opportuno promuovere la costituzione presso la CAI di un fondo di garanzia che possa tutelare le aspiranti famiglie adottive da danni morali e materiali, nonché l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria per gli enti autorizzati“.

Come indicato anche in un recente articolo di Vita, quest’atto parlamentare è proprio il frutto degli esiti della vicenda-Kirghizistan, avvenuta tra il 2011 e il 2012: l’Italia avvia le prime adozioni nel paese, le prime famiglie italiane vanno incontrano i bambini che l’ente aveva abbinato a loro, si presentano davanti a un giudice, rientrano in Italia. Passa il tempo, le famiglie restano in attesa della sentenza, che non arriva mai. Maturano i primi sospetti. Alcune famiglie denunciano. La CAI nel marzo 2013 revocò tutte le autorizzazioni ad operare in Kirghizistan e a luglio 2013 cancellò Airone dall’elenco degli enti autorizzati.

Una vicenda per la quale il Tribunale civile di Roma ha già condannato in primo grado l’ente autorizzato Airone, riconoscendo per la prima volta, nel contempo, anche la responsabilità della Commissione Adozioni Internazionali per omessa vigilanza sulle segnalazioni che nel periodo della truffa erano state inviate.

Fonte: Vita.it