Adozione Internazionale. Laura, dalla Cina con amore, ora intona l’inno nazionale ogni volta che vede una bandiera italiana

Una “gravidanza adottiva” lunga cinque anni. Ma culminata nella gioia con rientro in Italia una settimana prima della chiusura degli aeroporti internazionali

Quanto può essere lunga la “gravidanza adottiva” per una Adozione Internazionale, è una esperienza che solo alcune mamme (e papà) possono testimoniare. Una coppia che ha atteso un tempo dilatato è proprio quella di Claudia e Roberto, oggi genitori di una bellissima bambina, Laura, di tre anni e mezzo. “Sapevamo che l’adozione non sarebbe stata rapida eppure per noi le cose sono andate oltre le aspettative: con documenti pronti e spediti nel 2015 siamo volati in Cina solo nei primi giorni del 2020. Rischiando pure il blocco per il Coronavirus!” dicono mamma e papà, che si sono affidati alle sedi Ai.Bi. di Mestre e di Melegnano e sono rientrati in Italia una settimana prima della chiusura degli aeroporti internazionali.

“La caratteristica del nostro percorso è che il limite dell’attesa si è sempre spostato in avanti, cosa che ci ha provato, lo ammettiamo – dice Claudia – Ci sono stati momenti in cui, soprattutto io, mi sentivo demotivata. Ero arrivata a un punto in cui non pensavo nemmeno più all’eventualità di diventare madre. Mi dicevo che il nostro tempo era passato, rassegnata al fatto che doveva andare così”.

Adozione Internazionale in Cina: la chiamata di Ai.Bi. e la partenza

Poi finalmente arrivò la chiamata di Ai.Bi. a fine ottobre dell’anno scorso e anche in quella circostanza altre questioni burocratiche si insinuarono: “Sul portale cinese delle adozioni e sulla scheda della bambina erano stati riportati date di nascita che differivano tra loro e così per 9 giorni non saremmo rientrati nella differenza di età richiesta tra genitori e figli. Da qui seguirono alcuni intoppi poi superati anche perché, cosa ben più importante, vi era segnalata un’urgenza di questo iter adottivo: la bambina sembrava essere affetta da epilessia e necessitava di una famiglia e di cure”.

Così, superando questi ostacoli, venne data la priorità al bisogno speciale, sanitario, di Laura, e la partenza per la Cina fu organizzata in tutta fretta. “Insomma – aggiunge Roberto – abbiamo dovuto soffrire fino all’ultimo!”. Laura viveva in istituto di una città del nord est, sul Mar Giallo. Il giorno dell’incontro la piccola era tranquilla, accompagnata da due tate, e l’incontro con mamma e papà si svolse con molta naturalezza. “L’affiatamento con noi è stato un processo naturale – dice Roberto – anche se la bambina ci metteva alla prova spesso. I primi giorni si comportava come un soldatino, poi è stata una lotta: piangendo otteneva quello che voleva, lo aveva capito e quindi utilizzava questa arma a suo vantaggio”. Ma dopo alcune messe alla prova, Laura si è comportata come qualsiasi figlia, certo sorprendendo genitori e parenti per le grandi doti di adattamento. “E’ rimasta una bambina testarda, comunque!” ma socievole e di carattere allegro.

Adozione Internazionale in Cina: “Sembrava che fosse sempre stata qui”

“Arrivati a casa in Italia, già dalla prima settimana, sembrava che Laura fosse sempre stata qui: capiva l’italiano, si muoveva a suo agio in casa con i nonni , mangiava qualsiasi cosa – racconta la mamma – ; le è sempre piaciuto stare con i bambini, co i suoi cugini …insomma, pensavo di avere molti più problemi al rientro e invece tutto è filato liscio”. L’amore della famiglia è stata la prima “medicina” per il bisogno speciale per Laura, per quanto verificare il suo stato di salute sia stato un passaggio necessario per Claudia e Roberto, malgrado le limitazioni dovute al Covid.Abbiamo fatto i primi controlli e le vaccinazioni, per ora la situazione sanitaria è sotto controllo: Laura prende dosi molto basse di un farmaco ma dovremo riprogrammare altre visite appena possibile”.

Oggi la bambina comincia a dire parole in italiano e pur senza fare lunghe frasi, si fa capire. “Canta, le piace l’inno nazionale e lo intona ogni volta che vede la bandiera italiana – concludono i genitori – Siamo felici e , probabilmente, fortunati per mille ragioni. Anche per il fatto di conoscere una parte importante della storia di Laura”.

Al momento dell’abbandono, nel fagotto in cui era avvolta Laura c’era anche una scatolina, e, all’interno, un biglietto. Frammenti di una storia dolorosa, che un giorno serviranno a Laura, forte dell’amore dalla sua famiglia, per diventare consapevole del suo passato.