Adozione Internazionale. Il primo anno con Joelle: “l’avventura più grande della nostra vita”

Dal Burundi a un piccolo paese a 40 chilometri da Bolzano, in un villaggio di mille abitanti dove vive la famiglia, Joelle è già diventata la mascotte. “È un paese molto aperto, tutti la aspettavano: è stata una vera festa”. Il racconto di Philipp e Nicole tra emozioni, legami e la scoperta della parola “amata”

“Siamo felicissimi, Joelle è una bambina aperta, simpatica, le piace scherzare e ha perfino un gran senso dell’umorismo: non avremmo potuto chiedere di meglio”, raccontano Philipp e Nicole con gli occhi che brillano.

Il primo compleanno in famiglia

Lo scorso 26 maggio Joelle ha festeggiato il suo primo compleanno in famiglia, un momento carico di emozione per una bambina che non aveva mai avuto l’occasione di celebrare questa ricorrenza. Né forse sapeva realmente cosa fossero un compleanno, la torta, le candeline e i regali solo per lei.
A 40 chilometri da Bolzano, in un villaggio di mille abitanti dove vive la famiglia, Joelle è già diventata la mascotte. “È un paese molto aperto, tutti la aspettavano: è stata una vera festa”, spiegano i genitori, sottolineando l’accoglienza calorosa che ha avvolto la bambina fin dal suo arrivo.
Il percorso adottivo è stato un susseguirsi di emozioni. Lungo, come per tutte le famiglie che si avvicinano all’adozione, “ma possibile – precisa il papà – Siamo sempre stati accompagnati bene da Ai.Bi., prima durante dopo l’incontro con nostra figlia”.

Una famiglia in viaggio

Il soggiorno in Burundi, seppur con qualche preoccupazione iniziale legata al contesto e ai conflitti in corso nella vicina Repubblica Democratica del Congo, si è rivelato un’esperienza positiva, tanto più che con Nicole e Philipp c’era anche Paul, 5 anni, orgoglioso e contento di partire per il viaggio alla scoperta della sorella. Un’avventura fatta anche di gite e momenti di vera vacanza, nella quale Joelle si è adattata con sorprendente facilità: “Già il giorno dell’incontro dopo alcune ore di festicciole e saluti, nostra figlia era pronta a lasciare l’istituto. È salita volentieri in auto, si è addormentata e quando siamo arrivati in hotel si è messa a giocare con suo fratello Paul”. Il legame con Joelle si è costruito per tutti quanti fin dal primo istante. “Non dimenticheremo mai il momento in cui si è aperto il portone e la bambina era lì, con le treccine e un vestitino preparato per l’occasione… e che lei continua a voler indossare!”, raccontano Nicole e Philipp, ancora emozionati. “Ci hanno poi raccontato che in realtà il portone dell’istituto, una volta aperto, avrebbe dovuto creare l’effetto sorpresa per permettere alla bambina di arrivare: lei invece era già lì dietro ad aspettarci!”.

La comunicazione con la bambina

Grazie al supporto di Ai.Bi. anche durante i mesi precedenti la partenza, il contatto è rimasto vivo anche prima dell’incontro, con messaggi e video che hanno permesso di familiarizzare, seppur con qualche timidezza iniziale. La lingua invece, pur con la presenza del tedesco in famiglia, non è mai stata una barriera. “Joelle capisce tutto, l’italiano ancora non lo parla, ma ci siamo sempre capiti”, assicurano i genitori. L’adozione si è rivelata, come sempre, una questione non solo privata, bensì capace di coinvolgere chi è intorno alle famiglie. ”Siamo partiti per tornare in Italia con un po’ di agitazione, temendo magari di restare bloccati alla frontiera, ma alla fine siamo sempre stati al sicuro, accompagnati dal referente locale dell’associazione – dice Philipp. Inoltre abbiamo amato molto tutti i luoghi che abbiamo visitato e con piacere abbiamo notato come le persone del posto fossero felici di vedere in concreto cosa significasse l’adozione. A un certo punto l’ho proprio chiesto ad alcune persone che ho conosciuto: tutte hanno dimostrato di apprezzare molto l’adozione hanno compreso la chance offerta a Joelle per il suo futuro”. Dal canto suo, Joelle ha saputo regalare fin da subito la sua piena fiducia, come dicevamo, a mamma e papà e fratellino.

La parola “amata”

“Oggi, guarda le foto del Burundi e del suo istituto senza alcun turbamento”, segno di una transizione serena e ben gestita. Inutile dire che della cucina italiana Joelle è stata subito entusiasta. “A parte i primi giorni, in cui la sua alimentazione era legata ai cibi conosciuti come riso, molte patate, pasta e latte – dice la mamma – oggi possiamo dire che mangia di tutto. Una cosa è rimasta: il latte, lo adora sempre, ne beve quasi un litro al giorno”. Per una singolare coincidenza linguistica con l’italiano, latte in kirundi si dice ”amata” e il papà ricorda con piacere il giorno in cui ne hanno scoperto il significato. “Joelle girava per casa gridando ‘amata! amata!’ e poi abbiamo scoperto cosa significasse.” Complice la bontà del latte trentino, evidentemente, ‘amata!’ resta a tutt’oggi un felice gridolino di gioia. L’arrivo di Joelle ha rafforzato il legame familiare, in particolare con Paul, che ha saputo superare le prime gelosie con grande naturalezza. “Paul è fiero della sorella, insieme a cui andrà ancora per un anno all’asilo”, raccontano con orgoglio. Tra gite al mare in bicicletta e le future avventure sulla slitta, la famiglia si gode questa estate ogni momento insieme. “È stata l’avventura più grande della nostra vita“, concludono Philip e Nicole. “Un percorso lungo, anche con fasi di incertezza e dubbi, ma alla fine è stato un percorso bello e giusto. Siamo felici di averlo intrapreso.”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chiunque, coppie e single, sia interessato ad avere maggiori informazioni sull’Adozione Internazionale o a intraprendere l’iter adottivo può partecipare ai tanti webinar e corsi organizzati da Ai.Bi. Amici dei Bambini. Per informazioni, contattate l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it.

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