Adozione Internazionale. Da quel giorno parlavamo con lui sempre di “fratellinosorellina”. Tutta una parola

La commovente testimonianza di due genitori adottivi sulla loro seconda adozione. Attesa soprattutto dal primo figlio

Come attende un figlio adottivo il possibile arrivo di un fratellino? Beh, cosa può raccontarlo meglio della testimonianza di due genitori che hanno scelto la strada di una seconda Adozione Internazionale? La riportiamo di seguito:

Mio figlio J.D., l’anno dopo il suo arrivo in Italia, nel 2012, già sapeva che la nostra intenzione era quella di dargli un fratellino o una sorellina. Anzi, da quel giorno con lui parlavamo sempre di “fratellinosorellina”, tutta una parola. All’inizio sembrava una cosa che non lo interessasse più di tanto, preso com’era a “godersi” i suoi nuovi genitori. Poi col tempo la cosa gli era entrata dentro, sotto pelle, senza darla tanto a vedere ma … si sentiva che avrebbe tanto desiderato poterlo già incontrare.

Di fatto, per gioco, ogni tanto testavamo di che parere fosse e ogni volta, puntualmente, si capiva che la cosa era già imprescindibile… dovevamo portala a termine oramai, senza più alcuna scusa. Questo costituiva per noi uno stimolo maggiore a non demordere. Dico “a non demordere” anche perché i tempi si erano irragionevolmente dilatati: da poco più di un anno e mezzo di attesa eravamo passati a ben oltre i quattro anni.

Ma si sa, lavorando con l’estero, di certezze ce ne son ben poche e portare a compimento l’impresa è già un risultato non del tutto scontato.. Ricordiamo che, negli ultimi mesi, malgrado lui ci sperasse ancora, cominciava a pensare che si trattasse solo di un brutto scherzo, e vedeva sempre più distante il momento in cui avrebbe potuto giocare assieme al suo “fratellinosorellina” anche perché, di giocare, ne aveva sempre meno voglia: lui era già “grande” e temeva che chi sarebbe arrivato non avrebbe avuto alcun desiderio di giocare ai suoi giochi da “grande”.

Finché, una sera, mentre apparecchiava la tavola, senza manifestar alcuna emozione, gli abbiamo chiesto perché avesse messo solo tre piatti. “Perché? Come perché? Perché un altro piatto?”, ha risposto.

“Beh… per tuo fratello“, gli abbiamo risposto seriamente, come se la cosa fosse ovvia. A quel punto si è accesa una luce inconfondibile e indimenticabile nei suoi occhi… le estremità delle labbra che impazzivano verso l’alto e una scarica di domande risposte e versi più o meno musicali. “Dobbiamo preparare subito un regalino da spedire a lui… il mio miglior gioco… quello con cui ci passo gran parte della giornata… quello che porto sempre con me in tasca… son sicuro che gli piacerà un sacco… come no…?! Glielo andiamo a comprare subito subit … beh adesso i negozi sono chiusi! Domattina, va bene?”.

Poi abbiamo pensato a qualcosa di più simbolico… cioè: abbiamo preso un bel foglio di legno compensato ed abbiamo disegnato quattro cuori, uno grande, uno un po’ più piccolo, un altro ancor più piccolo ed infine uno ancora più piccino. Dentro ci abbiamo scritto i nostri nomi e, su quello più piccolo, il nome del nuovo arrivato. Abbiamo acceso la video camera e, mentre riprendevamo l’azione, mio figlio con il suo “traforo”, arte che aveva imparato da poco, ha iniziato a ritagliare quello da spedire all’altro capo del mondo.

Lo abbiamo impacchettato per bene con la letterina scritta di pugno da J.D. e gli abbiamo detto “arrivederci a presto”! Sapevamo che, di li a poco, lo avremmo rivisto, insieme al suo nuovo compagno di giochi, all’altro capo del mondo … E’ stata infatti un’emozione vedere, a distanza di 15mila chilometri, un pezzetto di legno che, qualche mese prima, si trovava fra le piccole dita di J.D. e del suo temibile “traforo” …

Ancora più memorabile il momento in cui, altre piccole dita, decisamente più piccole di quelle di J.D., lo hanno rimesso nell’incastro che lo stava attendendo, su quel foglio di legno compensato da cui era stato staccato e dove, gli altri tre cuori, lo stavano attendendo da un po … videocamera ovviamente accesa… film da “premio Oscar”, oseremmo dire …

Forse già da queste piccole cose è nato quel rapporto che loro due oggi hanno… sembrano fratelli fin dalla nascita… e anche meglio!

Paolo e Katia