Adozione Internazionale. Quella carezza che ha cambiato tutto. Nonostante le mascherine

La storia di un bimbo nato in Colombia e della sua famiglia adottiva. Attraverso le peripezie del Coronavirus

Sebastiano (48 anni) e Federica (42) sono una delle 46 coppie adottive italiane che, da febbraio a oggi, hanno dovuto vedersela con il Coronavirus. Un’esperienza che ha reso il loro iter di Adozione Internazionale in Colombia più difficile, ma non per questo meno ricco di gioia. Soprattutto quando l’incubo, finalmente, è terminato.

Nel loro caso questo è accaduto quando hanno potuto tornare a casa, in Italia, con il piccolo Carlos: un bimbo colombiano di due anni che la coppia ha adottato a Cali, località situataa oltre 400 chilometri da Bogotà, la capitale, dove Sebastiano e Federica sono atterrati, insieme alla figlia di sette anni, l’8 marzo scorso, dopo l’avvenuto abbinamento con il bambino.

Qui sono subito iniziati i primi grattacapi. L’incontro, che era stato fissato per l’11 marzo, è slittato al 25 a causa di quel virus che, nel frattempo, aveva costretto il Governo italiano ai primi DPCM per decretare il lockdown del Paese. Da casa, intanto, le notizie che giungevano alla coppia erano sempre più allarmanti. “Ci siamo preoccupati, ma non potevamo fare nulla”, dice Sebastiano al Corriere della Sera, ricordando quei momenti.

Adozione Internazionale in Colombia ai tempi del Coronavirus: quell’incontro saltato all’ultimo

Il giorno dell’incontro i due coniugi, emozionati, hanno preparato una torta e i palloncini per festeggiare l’incontro con il loro nuovo figlio. Un incontro saltato, nuovamente, all’ultimo minuto. Troppa preoccupazione per quei due signori provenienti da un Paese in cui ogni giorno aumentava il conteggio di morti e contagiati. Sebastiano e Federica sono stati costretti ad attendere altre 48 ore prima di essere autorizzati, dopo una visita medica, a incontrare il bimbo.

Carlos, al primo appuntamento con la sua nuova famiglia, è apparso spaesato e la presenza delle mascherine sui volti dei genitori non ha certamente aiutato. Piangeva, il piccolo. Poi il miracolo dell’adozione si è compiuto, un’altra volta. Una carezza della sorellina ha placato il piccolo. Da lì è iniziata l’avventura di Carlos nella sua nuova famiglia. Un’avventura che, prima di vedere scritto il lieto fine, ha dovuto attendere altri tre mesi.

Solo lo scorso 27 maggio, infatti, la famiglia è potuta rientrare in Italia. Dove Carlos, ora, vive felice, in una fattoria con tanti animali. Il peggio è passato. Per tutti. E in tutti i sensi.