Adozione Internazionale. Cos’è la rete di famiglie?

In tempi in cui la parola “rete” è sinonimo di internet, la vera relazione tra famiglie ricorda un antico modo di “stare insieme”, di aiutarsi reciprocamente nella ricchezza della condivisione

Le “reti familiari”, dal nome, potrebbero ricordare prima di tutto “la” rete per antonomasia: internet. Una rete che, in tempi di pandemia, ha permesso di raggiungere cose o persone altrimenti impossibili da contattare; di collegarsi quando si vuole e da dove si vuole con chiunque. Una “rete” senza dubbio rivelatasi fondamentale, quindi, ma nella quale manca la vera relazione fatta di mani tese e abbracci. Una rete che ha invaso le nostre case ed è diventata scuola, ufficio, palestra… Con la conseguenza che la “casa” non è più stata solo “famiglia”.

La vera rete di famiglie fatta di relazioni e aiuto reciproco

Diverso è parlare di “rete”, invece, rifacendosi a quella dei pescatori, dove il richiamo è a pensieri di quotidianità, di certezza, di un luogo dove poter tornare nel momento dello sconforto, trovare fiducia e potersi affidare.

Perché parlare di “rete di famiglie” significa, prima di tutto, parlare di famiglia, di un vivere quotidiano, “in diretta”, in un presente al quale non ci si può sottrarre. Un presente per il quale non ci sono istruzioni su come affrontare ciò che quotidianamente può capitare. L’unica certezza è che, in questa esperienza, vivere da soli può logorare: essere isolati, senza supporto, senza qualcuno che si accorga di noi è qualcosa che può portare a estraniarsi a diventare “freddi” e distaccati.
La vera povertà è non avere relazioni, nelle quali è possibile condividere, aiutarsi a vicenda, essere ascoltati e ascoltare a propria volta.

In tema di metafore, allora, la famiglia può essere immaginata anche come un allenamento in bicicletta: ci sono i rettilinei e le discese, più facili da affrontare, ma ci sono anche le salite, nelle quali si devono usare tutte le energie accumulate. Così, in famiglia ci sono risorse di cui fare tesoro: l’essere luogo di incontro, di dialogo, di organizzazione, di confronto; luogo in cui apprendere e vivere la relazione e la fiducia. Ma, nello stesso tempo, è un luogo non esente da difficoltà: bisogna conciliare i tempi di cura con quelli del lavoro, bisogna affrontare la debolezza delle relazioni e il disorientamento e la fatica nel superare i vari accadimenti e i momenti di passaggio. Essere in rete, allora, può senza dubbio essere di supporto e di aiuto per la famiglia, anche se a volte ci si può imbrigliare.

La rete di famiglie di Ai.Bi. per trovare un sostegno concreto

La differenza, molto spesso, sta nel come si interpreta questa “rete”: se la si vede come un luogo di “esportazione” del pianto e dei problemi, oppure come un circolo chiuso, una bolla autoreferenziale, fondata su relazioni formali e non autentiche.
La vera “rete” è quella che si arricchisce aprendosi a situazioni disomogenee; che nasce informalmente e spontaneamente tra famiglie solidali, dove c’è chi dà aiuto e chi lo riceve, per poi restituirlo a sua volta in un secondo momento. Dove c’è chi affronta un’esperienza per la prima volta e chi può fare da guida e riferimento perché quella situazione l’ha già vissuta.
Non servono decisioni “ufficiali” per creare una rete, ma anche solo piccoli gesti spontanei di aiuto, di supporto, che, poi, si aprono ad altro e si sviluppano in una relazione che arricchisce ogni giorno chi la vive.

Proprio per questo, Ai.Bi. organizza dei “Gruppi familiari locali” costituiti per lo più da famiglie adottive, ma non solo, anche da famiglie affidatarie, sostenitori a distanza, sostenitori delle attività di Ai.Bi., genitori tout court… Una “rete” in cui trovare un sostegno “morale”, come quello che un amico darebbe a una altro amico, che si può tradurre in momenti di incontro, feste, chiacchiere o riflessione. In estrema sintesi, sono gruppi nati per cercare di costituire una rete, totalmente gratuita, di sostegno concreto, per le famiglie che affrontano il cammino dell’adozione internazionale.
Per maggiori informazioni si può scrivere a aibi@aibi.it