Questo è il senso profondo dell’adozione internazionale: accogliere dei figli da lontano, la loro storia, la loro famiglia di origine, il loro Paese…

Qual è il senso profondo che diamo alla parola adozione?

In un’epoca in cui si avverte sempre più una chiusura emotiva rispetto all’accoglienza del prossimo e soprattutto del diverso, la storia che arriva agli operatori di Ai.Bi., da parte di una delle loro famiglie adottive, rinfranca e dona tanta speranza, mostrando a tutti come sia l’accoglienza: dei propri figli, della loro storia e delle loro origini,  un tassello fondamentale dell’adozione internazionale.

A raccontarla è Francesca Berti, referente della sede Ai.Bi. di Firenze.

“Mi ha fatto moltissimo piacere ricevere una telefonata da una coppia che ha adottato con noi qualche anno fa due bambini sudamericani. Adesso adolescenti.

I bambini hanno dei fratelli ancora in Sudamerica, in particolare un ragazzo che sta per compiere 18 anni e che è quindi in procinto di uscire dall’Istituto. All’epoca decise di non andare in adozione.

La figlia maggiore della coppia aveva già espresso da tempo il desiderio di ritrovare un contatto con lui, ma alle richieste formali avanzate al Paese a suo tempo, non seguì nessuna risposta. Adesso quello che le istituzioni non hanno favorito è accaduto grazie a Facebook e i rapporti tra i fratelli, al momento sono regolari.

La notizia meravigliosa è che la coppia ha indicato l’intenzione di accogliere anche questo fratello e aiutarlo a costruire il suo futuro, sostenendolo nello studio e nell’inserimento lavorativo.  Sono aperti e felici di poter offrire questa possibilità a lui e ai loro figli, consci delle possibili difficoltà ma sereni.

Questo è il senso profondo dell’adozione internazionale: accogliere dei figli da lontano, la loro storia, la loro famiglia di origine, il loro Paese. E’ un processo interno, ma quando, come questa volta, abbraccia anche l’ esterno, proprio come ha abbracciato questo fratello, ecco allora che la magia è fatta.