Adozione internazionale: Russia, sono tutto rotto mi vorrete davvero?

L’amore per un figlio supera ogni problema e un abbraccio può curare ogni male più di mille parole.

Martedì scorso sono venuti a trovarci nella sede di Ai.Bi. Angelo e Marika, una coppia adottiva rientrata da pochi giorni dal loro primo viaggio in Russia, per conoscere loro figlio – racconta la referente per le adozioni internazionale della sede veneta di Ai.Bi.

Durante il colloquio ci hanno descritto un episodio che li ha resi protagonisti e che dimostra bene, l’aspettativa, la sofferenza, il bisogno di amore di questi piccolini in attesa di una mamma e un papà, ma anche come un unico gesto, caldo come un abbraccio, possa infondere fiducia al di là delle difficoltà linguistiche e di mille possibili parole.

Angelo e Marika raccontano che il direttore dell’istituto di accoglienza russo dove è ospite loro figlio, l’ultimo giorno prima della partenza li ha convocati nel suo ufficio e, visto l’affiatamento che si era creato con il  bambino, ha invitato ad entrare anche il piccolo.

I due coniugi non sapevano cosa sarebbe successo da lì a poco e quindi hanno accettato di buon grado, di far sedere il bimbo accanto a loro.

Il direttore ha iniziato ad elencare tutti i problemi del bambino: quello che aveva subito, i suoi problemi di salute, la situazione tremenda della famiglia, le operazioni al piede che l’istituto aveva sostenuto.

Raccontava tutto in russo e poi l’interprete lo traduceva alla coppia in italiano.

“Sono tutto rotto. Mi vorrete ancora?”

Dopo la prima parte di traduzione, la coppia si è guardata sbigottita, pensando a quello che loro figlio stava ascoltando!

Se lo avessero saputo prima, non avrebbero accettato che il bimbo assistesse a quel colloquio!

Giratisi verso il piccolo, Marika e Angelo hanno notato che il bimbo aveva la faccina triste, le lacrime gli scendevano dagli occhi, ma cercava di non farsi vedere da mamma e papà. Un “pianto muto”, che straziava il cuore.

La coppia ha così bloccato il direttore, chiedendo di fermarsi e di far uscire il bambino. Poi si sono inginocchiati accanto a lui, che nel frattempo si era rannicchiato stretto stretto sulla sedia, gli hanno preso le manine e con l’aiuto dell’interprete gli hanno spiegato che lui era loro figlio a prescindere dai racconti del direttore.

Allora il piccolino ha abbassato gli occhietti e ha chiesto con un filo di voce: “sono tutto rotto, mi vorrete davvero anche con tutte queste cose brutte?”.

Marika e Angelo a quel punto lo hanno abbracciato forte forte senza pensarci due volte, dimostrando in una lingua internazionale, che lui era loro figlio già da prima che nascesse e che sono ancora più convinti di portarlo a casa il prima possibile.

Mentre l’interprete traduceva al bimbo, ormai era chiaro, da quel gesto d’amore totale, che non era tutto rotto, ma che era proprio lui quel pezzettino indispensabile per la loro famiglia, che da tanto tempo stavano aspettando!