Adozione internazionale. Se alla seduta della CAI manca il numero legale…

Pietro Ardizzi: “Situazione sgradevole. Forse la maggioranza dei commissari non ha colto l’importanza di questo strumento”

Nonostante alcuni progressi sul fronte delle relazioni bilaterali, segnalati nelle passate settimane anche da Ai.Bi. – Amici dei Bambini, la CAI – Commissione Adozioni Internazionali continua a essere una “Cenerentola” per il Governo. La dimostrazione arriva dalla riunione della Commissione prevista per la giornata dello scorso 26 giugno a Roma, tristemente annullata a causa della mancanza del numero legale dei commissari.

“Una situazione logica – spiega il presidente di Ai.Bi., Marco Griffinidal momento in cui la CAI è trattata alla stregua di un carrozzone che, in queste condizioni, non ha ragione di esistere. Basti pensare che la presidenza è nelle mani del presidente del Consiglio dei ministri che, chiaramente, con tutti gli impegni cui è sottoposto, non può garantire la sua presenza. Inoltre il numero dei commissari, rappresentanti di enti e istituzioni, è davvero troppo elevato”.

Al momento, infatti, oltre al presidente, il premier Giuseppe Conte appunto e alla vicepresidente Laura Laera, si aggiungono: tre rappresentanti a testa per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le associazioni familiari di carattere nazionale, tre esperti, quattro rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, un rappresentante a testa per il Ministero degli Esteri, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, il Ministero del Lavoro, il Ministero degli Interno e il Ministero dell’Economia e infine due rappresentanti per il Ministero della Giustizia. Il totale è di 23 componenti.

In passato proprio Ai.Bi. si era fatta portavoce della necessità di snellire l’organico, suggerendo di ridurlo a 14 componenti. Successivamente il senatore Aldo Di Biagio, nella passata legislatura (2013-2018), aveva fatto proprio questo suggerimento, proponendo un disegno di legge che prevedeva 13 componenti. Un ddl co-firmato da altri sette senatori rappresentativi in totale di ben cinque diversi schieramenti politici e che purtroppo non è mai stato calendarizzato 

“Che si ripeta questo inconveniente, che non accade per la prima volta – è il commento di Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento di enti autorizzati Oltre l’adozione è una situazione sgradevole. A fronte di un gruppetto di commissari che lavora da mesi alacremente, purtroppo, c’è anche una maggioranza che non ha colto l’importanza di questo strumento, la CAI, che è il motore dell’adozione internazionale. A maggior ragione, se questo strumento non può lavorare, è una mancata opportunità. Forse questo tipo di cultura non è arrivata adeguatamente a questi commissari”.