Adozione e scuola. “Perché non chiede per suo figlio adottivo la legge 104?”

Stereotipi e cattiva informazione sui minori adottati e sulla adozione rischiano di ostacolare l’inclusione scolastica. La scarsa conoscenza da parte degli insegnanti delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni adottati

La scarsa conoscenza in materia di adozione può generare pregiudizi, soprattutto in ambito scolastico. Un esempio emblematico è emerso quando un’insegnante di una scuola elementare del nord Italia ha suggerito a una mamma adottiva di avviare la procedura per ottenere il riconoscimento della Legge 104 per il suo bambino.

La legge 104

Ricordiamo che la Legge 104 è una normativa di riferimento in materia di disabilità ed è rivolta ai soggetti, compresi i minori, che presentano “una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione”. Nel caso della scuola riconosce agli studenti con disabilità o bisogni educativi speciali misure e interventi volti ad assicurare un percorso di istruzione inclusiva e adeguata alle necessità di ciascun studente.
Diverso, invece, è il caso delle certificazioni DSA, ADHD e BES, che sono cosa differente rispetto alla legge 104 ma comportano la predisposizione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) per favorire il successo scolastico dello studente, tendendo conto di tutte le sue difficoltà.

È adottato, quindi è “agitato”

Evidentemente, però, queste riflessioni non sono state fatte dall’insegnante che, senza mai aver incontrato il piccolo, riteneva già fosse “agitato”, come spesso accade, a suo dire, ai bambini adottivi.
Questa idea, basata su stereotipi e senza alcuna osservazione diretta, può facilmente far pensare che il fine della maestra non fosse quello di tutelare o rispondere nel migliore dei modi all’effettivo bisogno educativo del bambino, quanto piuttosto la possibilità di far assegnare un’insegnante di sostegno alla classe.
Ancora una volta, dunque, questo episodio sottolinea una problematica diffusa: la superficialità con cui l’adozione viene trattata, spesso ridotta a cliché che rischiano di ledere i diritti e l’inclusione dei bambini adottati. È urgente promuovere una maggiore formazione per gli insegnanti, affinché la presenza di un alunno adottato non sia percepita come un ostacolo, ma come una risorsa.

Le linee di indirizzo per i minori adottati.

Proprio per garantire il diritto allo studio degli alunni adottati e favorire il pieno inserimento nella scuola, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha prodotto nel 2023 un documento con le “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni che sono stati adottati” (consultabili a questo link), purtroppo, evidentemente, ancora poco conosciuto dagli insegnanti stessi. L’obiettivo è quello di fornire conoscenze e linee di indirizzo teorico-metodologico che aiutino a far sì che la scuola possa garantire ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie ulteriori strumenti nel loro percorso di crescita.

Il docente referente

All’interno del documento si afferma che: “È auspicabile che ogni Istituzione scolastica individui un insegnante referente sul tema opportunamente formato. Al primo contatto con la scuola, prima di iscrivere il figlio o la figlia, i genitori potranno ricevere informazioni riguardanti l’organizzazione scolastica, il PTOF – Piano triennale dell’offerta formativa – adottato nella scuola, i tempi di inserimento tramite un colloquio con il docente referente e/o il Dirigente. L’insegnante referente potrà essere d’ausilio anche in fasi successive”.
E ancora: “La funzione del referente d’istituto, opportunamente formato, si esplica principalmente nel supporto dei colleghi che hanno alunni che sono stati adottati nelle loro classi, nella sensibilizzazione del Collegio dei docenti sulle tematiche dell’adozione, nell’accoglienza dei genitori.”
Indicazioni che evidentemente non sono state prese in considerazione da chi ha effettuato la sbrigativa e amara “diagnosi”: “Ha un figlio adottato? Chieda la legge 104!”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it.
Ai.Bi. organizza periodicamente anche dei corsi pensati per dare alle coppie che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’adozione, dando loro le nozioni base sulla normativa di riferimento, le procedure da espletare, la presentazione della domanda di idoneità, ecc. A questo link si possono trovare tutte le informazioni relative al prossimo corso online “Primi passi nel mondo dell’Adozione Internazionale”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati

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